Finalmente, il Post-Niente. Con un titolo cosi' incisivo, era impossibile evitare l'ascolto di questo gruppo.
Cosi' ho scoperto che i Japandroids, a dispetto del nome che evoca follie nipponiche, sono canadesi, di Vancouver, Brian alla chitarra e David alla batteria.

Ora, anche se si tratta della formula stra-abusata di sola chitarra e batteria, (ma i White Stripes con loro non c'entrano nulla) e senza essere (ancora) dei fenomeni, questi due tirano fuori un po' di attributi quando si tratta di suonare.
La chitarra è sotto overdose di adrenalina, capace di evitare la banalità del power chord a tutti i costi; la batteria è una specie di tempesta ormonale, tante sono le rullate, i colpi sui piatti, gli inserti di charleston. La melodia c'è, ma non diventa mai ruffiana, dal momento che viene sommersa dal volume della chitarra e dal baccano della batteria; e questa foga non si esaurisce in canonici due-tre minuti di canzone, siano di esempio i sei minuti di Crazy / Forever , con la chitarra che traccia un groove impregnato di fuzz, giungendo a esiti quasi stoner.

Alla conclusiva I Quit Girls spetta il compito di farmi riprendere il fiato, con una canzone che è quanto di più prossimo ad una ballad i Giapandroidi possano suonare. Il fatto poi che coverizzino Big Black e McLusky, me li rende simpatici a prescindere.
Viste queste premesse, ben vengano le mie tre palle di stima, e molti auguri di buona fortuna per il futuro.

Che ne facciano molti altri, di dischi cosi'.

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