Jarboe si affaccia nel mondo musicale per puro caso. Mentre preparava dei biscotti passarono alla radio un pezzo degli Swans che la folgorò. Telefonò alla radio, si fece dare il nome del gruppo, e comprò l'Lp, su cui c'era l'indirizzo per contattare Michael Gira. I due si incontrarono e si innamorarono. Jarboe divenne membro effettivo degli Swans e li modificò irreversibilmente, facendoli passare dalla cacofonia alle ballate sperimentali di dischi come Children of God.

Nel '98 la fine. Jarboe è prima estromessa dagli Swans e poi il gruppo va in pezzi (in questi giorni dovrebbe uscire l'album della reunion, ovviamente senza di lei).

Michael Gira era il padre padrone degli Swans. Aiutò Jarboe a registrare il suo solista Thirteen masks e a realizzare il progetto Skins, ma, come volle per forza sottolineare, si trattava di "belle canzoni ma nulla più".

Jarboe tenta il suicidio in quello stesso periodo. Da quell'esperienza nasce il tragico album Anhedoniac. Poi qualche progetto in cui presta la voce.

Non è mai stata un genio Jarboe, nè a livello compositivo nè la sua voce è abbastanza potente come avrebbe voluto. Quando venni a sapere che stava lavorando su un doppio cd dal titolo Men Album mi caddero le braccia. "Oh no", pensai, "un inutile album di duetti". Niente di più sbagliato. Il doppio album è uscito nell'ottobre 2005 ma di duetti ce ne sono molto pochi. E' un disco realizzato dalla collaborazione di musicisti maschi più e meno noti, tra cui Blixa Bargeld, Edward Ka-spel, Jim Thirlwell (Foetus) e altri che, ammetto la mia profonda ignoranza, non avevo mai sentito nominare, ma tant'è, il risultato è molto buono.

L'opera si divide in due parti. Il primo cd è basato sulle chitarre, e apre le danze la piacevolissima e radiofonica This is life. Però è l'unica del genere del disco, mica vi sarete aspettati dalla Living Jarboe un disco di rock 'n roll, vero? Si prosegue con brani più spiacevoli e meno immediati con l'inserzione alle tracce 7 e 8 degli ululati da lupo mannaro di Blixa Bargeld (chissà perchè quest'ultimo ha tutto questo credito per la voce).

Il secondo cd è basato sui ritmi digitali. Jarboe meno NIco e più Danielle Dax. E forse è la parte meno riuscita, un pò troppo moscia. E poi Jarboe secondo me non è portata per esperienze elettroniche, è più valida la sua voce se accompagnata da una vera e propria strumentazione.

Non so cos'abbia fatto da allora Jarboe, credo abbia pubblicato altre cose, ma non l'ho più incrociata, sarà che non leggo da tempo riviste specializzate. Spero che quest'album le abbia fatto trovare un pò di serenità, spero che un giorno mi capiti altro suo materiale magari in qualche ormai raro negozio di dischi.

Il disco sarebbe da 3,5 ma arrotondo perchè il giudizio varia in base ai miei sbalzi d'umore.

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