Che Jasum Martz sia stato il tecnico del suono di Frank Zappa e il tastierista di Michael Jackson, poco importa. Forse nulla. A tutti gli effetti un genio è tale indipendentemente da con chi abbia lavorato. Nella sua scheda personale, sul sito, appare come pittore, scultore, musicista, compositore, un artista a tutto tondo, insomma. Nel 1978, dopo l'esperienza zappiana, pensò bene di produrre musica propria. Moltissimo materiale era in cantiere già dal 1976 ma, al momento di incidere, nella sua mente si rivoluzionò tutto e volò a Londra per assumere la Neoteric Orchestra: ci voleva un'orchestra di 40 elementi, per fare da contraltare alla suo spasmodico, egocentrico ed onanistico concetto musicale che troppo spesso prevedeva: Lui e il suo mellotron. Quando agli orchestrali, Martz sottopose le partiture, pensarono ad un folle, oppure ad uno che se la tirasse da novello Stravinsky.
Eppure, il risultato ottenuto strabiliò tutti, sia per la struttura stessa dell'opera, formata un solo brano, "The Pillory", appunto, di quasi 45 minuti e poi per i contenuti musicali, ferocemente avanguardistici, sperimentali e dalla forza evocativa straordinaria.
Nella lavoro non c'era Zappa, se non in piccoli particolari dettati dall'insegnamento nell'utilizzo orchestrale, c'era essenzialmente musica in splendida e radicale progressione. L'idea di abbinare grandi dosi di mellotron ai cori e all'orchestra fu quella vincente: l'anomalia generata risultò di una freschezza straniante e l'apoteosi sinfonica interrotta, ora dal violino di Eddie Jobson, ora da cori da brivido, ora dalle folli percussioni di Ruth Underwood e Paul Whitehead, sembrava senza fine. I tortuosi percorsi delle tastiere elettroniche sapevano ben evidenziare la sua malattia musicale, rimandando talvolta alle inusitate improvvisazioni floydiane della suite "Atom Heart Mother" e inglobando gli sperimentalismi orchestrali dei grandi compositori del ‘900.
Nella più recente versione su CD è stata inserita una lunga suite a mo' di bonus track. Il brano "In Light In Dark In Between" è di qualche anno successivo ed è, anche questo, di una grande e coinvolgente bellezza compositiva. Il brano ruota attorno ad una immaginifica partitura orchestrale con clarinetto e violino protagonisti e dove il pianoforte contrappunta con note di rara saggezza creando una sorta di chambre music personale e particolarissima.
Dopo le prime entusiastiche recensioni, all'epoca, Martz disse che le gente, ascoltando "The Pillory" era colpita positivamente o negativamente, ma nessuno era più quello di prima. Questo cambiamento che l'autore trova generato nell'ascoltatore è un punto fermo dal quale partire, dimostra ancora una volta la forza della musica, dell'idea stessa, di quanto il concetto musicale possa essere determinante, se esce, ovviamente, dalla testa di un genio.
Sioulette
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