Premessa: questa è la mia prima recensione "musicale" e quindi diciamo che sto "sperimentando" vari modi per realizzarne una, questa volta ho deciso di utilizzare il "Track to Track" vediamo un pò cosa ne salterà fuori; aggiungo che non sono uno di quei recensori alla "In questo pezzo si usa un ritmo dubstep che si mischia con sonorità prettamente post synth punk protendenti al growl basilare con chitarra disadattata in punti armonici in scala pulinomia" o cose così (Un pò di ironia!), amo solo sentire la musica: non sono un "tecnico" di essa, ed inoltre se noterete (molto probabile) inesattezze storiche scrivetele nei commenti!

(Prima di iniziare un pò di storia della band and company) 

I Jawbreaker si fondano nel 1987 a New York, pochi anni prima dell'uscita di album come "Spiderland" degli Slint (1989) [Post-Rock] e "Diary" dei Sunny Day Real Estate (1992) [Emo], cos'hanno in comune i Jawbreaker con questi due album? Anche i "Jaw" hanno il merito di aver rinnovato il panorama musicale prendendo sonorità vicinissime al Punk ma cambiando le tematiche tipiche del genere ("Like killing cops and reading Kerouac" come dice il testo della loro canzone "Boxcar"), arrivando a parlare di sentimenti o comunque di temi molto introspettivi; il genere è comunemente noto come "Prima ondata Emo" io preferisco definirlo come "Punk Emo", ma i meriti dei Jawbreaker non si fermano qua: dopo che i SDRE nel 1993 (con appunto l'album "Diary") hanno ulteriormente rinnovato il genere, creando quella che è nota come "Seconda ondata Emo" (Che io preferisco definire semplicemente "Emo") distaccandosi dalle sonorità Punk e creando suoni più personali ed armoniosi, i Jawbreaker hanno pensato a "raffinarne" ulteriormente a loro volta le sonorità del genere con l'album "Dear You" del 1995, album che porta il genere Emo alla sua completezza sia a livello di testi che di musica. Ma torniamo al 1993, anno in cui contemporaneamente ai SDRE i Jawbreaker fanno uscire l'album che recensirò quest'oggi: "24 Hour Revenge Therapy" a mio parere la raffinazione assoluta del "Punk Emo" e insieme a "Dear You" l'album migliore della band.

Andiamo! 

L'album si apre in modo gasatissimo con "The Boat Dreams From The Hill/Indictment" canzone che contemporaneamente risulta sia allegra che malinconica introducendoci fin da subito nelle sonorità tipiche dei primi 3 album dei Jawbreaker: Sonorità punk, allegria, ma con un punto di negatività fra le righe; questa canzone affronta anche una delle tematiche ricorrenti nelle canzoni dei Jawbreaker: quella della band underground ("I just wrote the dumbest song. It's gonna be a sing along. All our friends will clap and sing. Our enemies will laugh and be pointing.") orecchiabile, allegra e di facile ascolto, un'ottima track per iniziare l'album. (7,5) Un'attimo di silenzio ed ecco che parte il riff di "Boxcar" forse il pezzo più famoso e geniale dell'album, ci espone sul nascere dell'album a cosa punta la band ("You're not punk, and I'm telling everyone. Save your breath, I never was one. You don't know what I'm all about, Like killing cops and reading Kerouac. My enemies are all too familiar, they're the ones who used to call me friend.") grandissima presa per il culo a tutti i ragazzini che si credono "Punk/Alternativi", forse il pezzo più scanzonato e di sfida dell'album. (8) Parte un riff lento e posato ed ecco che inizia "Outpatient" personalissima canzone del cantante Schwarzenbach che descrive la sua esperienza avuta l'anno prima, quando per colpa di alcuni polipi in gola si è dovuto operare alle corde vocali interrompendo il "Kerouac Tour", quest'operazione oltre ad essere stata molto dura ha cambiato in modo irreversibile la voce di Blake, togliendogli la profondità e aggressività dei primi due album conferendogli una voce più fragile e personale (che personalmente preferisco alla prima trovandola più adatta ai testi della band.), pezzo molto intenso che pur non parlando di un tema comune è capace di trasmettere molte emozioni. (7) ("No one said that this life was easy. Did that no one ever live a life; this hard? It gets hard. The bills are scattered in the yard. Ashtray monument.") E' così che si apre un'altra canzone riflessiva in pieno stile Jawbreaker, piena di interrogativi e con poche risposte, "Ashtray Monument" è una canzone intensa ed orecchiabile (7,5) che risulta piazzata eccellentemente prima della mia canzone preferita dell'album: "Condition Okland" struggente canzone che si apre con un riff carico e martellante per poi farci sprofondare nell'altalenarsi di carica e di emozioni della canzone ("This is my condition: Desparate, alone, without an excuse. I try to explain; Christ, what's the use?") prima di cadere in un limbo di relax per poi crescere nel bellissimo finale; in assoluto la mia preferita dell'album. (8,5) Ed ecco che parte "Ache" ("Pick up the phone and punch your home code. Somewhere, sometime let me make you mine.") altra canzone molto intensa ed affascinante dell'album, che però ammetto come melodia assomiglia ad altre canzoni dei Jawbreaker (una pecca della band) pecca portata all'estremo in "Dear You" in cui la ritmica delle canzoni risulta molto simile fra loro (Pecca comunque non gravissima, visto che le canzoni sia in questo album che in "Dear You" presentano contenuti piuttosto vari). (7) Finita questa piacevole canzone ecco che parte a tutto volume e a tutta velocità un'altra delle canzoni che preferisco dell’album: “Do you still hate me?”  canzone dalla costruzione semplice e diretta che parla di un comune ragazzo innamorato pieno di dubbi e di rimpianti ("Are we talking? Are we fighting? Is it over? Are we writing? We're getting older. But we're acting younger. We should be smarter. It seems we're getting dumber. I have a picture of you and me in Brooklyn. On a porch, it was raining. Hey, I remember that day. And I miss you.”) nemmeno tre minuti ad alta velocità, un gran pezzo immediato e "di scuola". (8) La canzone dopo è "West Bay Invitational" carichissima e martellante canzone nella quale Schwarzenbach torna a toccare tematiche relative al mondo adolescenziale dell'epoca, la crescita e "i party" il tutto con una base dura ed intensa che si abbina piacevolmente al testo (7) il ritmo non rallenta ed ecco che subito parte "Jinx Removing" dove la band non cala il ritmo e crea una canzone martellante dove questa volta Blake torna a parlare del suo rapporto complicato e contorto con le ragazze in modo totalmente personale. (7) La musica cambia, il riff iniziale della track conclusiva dell'album, "In Sadding Around" è forse il più cupo dell'album, ricordandoci le tematiche care all'album precedente della band ("Bivouac" del 1992, forse l'album più cupo ed introspettivo della band), la canzone procede martellante risultando un piccolo "riassunto" delle tematiche dell'album (che poi in effetti non sono poi così tante): La band, i dubbi, l'amore e la società "adolescenziale" dell'epoca, chiudendo in modo originale ed ambiguo l'album. (7,5) 

In conclusione uno di quegli album che mettono insieme pezzi di grande spessore ad altre canzoni "minori" ma sempre piacevoli da ascoltare, perle da gustare in punti vuoti della giornata; l'album segna quindi il perfezionamento delle sonorità "Punk Emo" del gruppo prima del loro cambio di marcia con "Dear You" e rappresenta uno dei capisaldi del genere, un pezzo di storia da avere per tutti gli amanti del genere.

Una parola per descriverlo? Semplice... Bello!

Carico i commenti... con calma