Una fede in un album, la fede nella possibilità di cambiare, nella volontà profonda del singolo... parole fuori epoca, ma forse qualcosa sta rigermogliando, o almeno il sottoscritto se lo augura. "We can be togheter" e "Volunteers", veri e propri inni, dove la coscienza del potere della musica si unisce a quello della coscienza stessa. Il wah-wah di Kaukonen in "Good Sheperd" ti spinge al movimento, all'azione, verso dove? In avanti, verso il futuro, cominciare a muoversi. In "Hey frederick" il potere incantatorio e la spinta mistico-sessuale della voce di Grace Slick ti fanno tremare, tu dall'altra parte del pianoforte e lei a gettare incantesimi su di te tramando sulle sue corde, percuotendo certi tasti. Forse l'apice arriva con "Wooden Ship" di Crosby, dove le tre voci di Slick, Kantner e Balin si alternano, accarezzano la nave come brezza marina e poi si uniscono e sono maremoti e uragani. Da uscirne sconquassati.

Andate però oltre al semplice ascolto delle canzoni così come vien da sé :un occhio allo stile e alla qualità del songwriting, alla pulizia della registrazione, alla produzione,a gli strumenti e alle capacità esecutive e inventive dei musicisti. Nel caso di "Volunteers" già tutte queste cose sono eccezionali. Andiamo oltre. Parliamo del suono, come possiamo parlare di una combinazione chimica, di una particolarissima alchimia: QUI sta la magia del disco. Il suono non è forma, ma sostanza purissima, accecante. Diventa materia vibrante, acciaio fuso, lava inesorabile ma vivificante; ti brucia, ti attraversa, e cavolo, non ti può, dico non può lasciarti indifferente. Forza brutale, vuoi che ti conquisti e che ti metta a ferro e a fuoco, vuoi che ti vinca e ti umilii ma non vuoi che non sia accorga di te. Vuoi fremere sotto di essa, capitolare sotto la sua cifra incalcolabile. Oltre le canzoni esiste un suono, un'amalgama fisica e spirituale. Non mi stupisce più il fatto che Benicio Del Toro nel film "Paura e delirio a Las Vegas" volesse morire fulminato in una vasca da bagno gettando in acqua lo stereo che faceva suonare una cassetta degli Airplane con "White Rabbit" al culmine. La potenza espressiva di questo suono sta nel suo preciso significato e al contempo nello scardinamento possibile di tutti i sensi. Solo poche band hanno avuto questo. Un'accolita di persone decise a farlo, a farti tremare, scuoterti.

Quest'arte qui è ai vertici della propria espressione. Abbagliante.

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