Jens Lekman
Night Falls Over Kortedala

()

Voto:

Ne è già stato scritto ma non era sufficiente. Non sarà mai sufficiente ammutolirmi nella zona rosa dove le parole sono troppe, dove ogni cosa è superflua. La voce, gli arrangiamenti, i testi.
Jens Lekman è attualmente il compendio più aggiornato sul movimento della musica popolare. Burt Bacharach lo inviderebbe, Elvis Costello lo copierebbe, Dylan sciorinerebbe accordi su "Night Falls Over Kortedala". Il massimo attualmente.

Se non vi siete mai chiesti dove stia la felicità, beh, chiedetevelo e mentre cercate la risposta fate colare i vostri minuti nell'abbacinante distesa di luci e saliscendi cromatici scanditi da archi e mammasantissima di fiatelle di "Sipping On The Sweet Nectar"; se non ve lo siete ancora chiesti chiedetevelo dopo il tum tum tum cha che profuma di meraviglie e primi baci, petali, dedali, Europe e Americhe a braccetto nella giga autunnale che suona in "The Opposite of Halleluja", tambureggiante jam session con triangolazioni di rime e un pianoforte suonato dai polpastrelli di un angelo. Se ancora state esitando, se tentennate ancora sul senso e sul luogo, allora "A postcard To Nina" vi farà trovare coraggio e risposte: dindin di campanelli lesbici in una storia di amori simulati e dissimulazione d'omosessualità colorite da coretti provenienti direttamente da un certo soulman caffèlatte perfettamente barocco e di gran lusso, come fosse una lettera imbucata dalla stazione del cuore che finisce e quando noi siamo in ginocchio, roteanti di stelline come nel cartone animato, lui fa: "yours truly, Jens Lekman". BRIVIDI.

E poi, anche i cuori di cemento con le spine crolleranno, i violini apostroferanno il collasso e tutti fluttueremo ebbri di gas nobili che euforizzano tra gli uccellini e i ninnoli di "Shirin", straordinaria storia d'amore dal parruchiere raccontata dai passettini di una vocina che saltella, sale e scende tra costellazioni, accelerazioni e frenate su un brucomela all'ossigeno.

E poi quando tutti ci saremo chiesti che cosa sia la felicità, allora, solo allora staremo ballando "Friday Night At The Drive-In Bingo", coi capelli del Travolta, con i popcorn in mano, cullati dal sassofono che non smette, appiattiti sulla Cadi di papà, tanti finti romanzi in bachelite di uno screenplay in technicolor diretto da quest'uomo a cui, volens aut nolens, ci si inchina. La felicità è questo: felicità nelle piccole cose.

Jens Lekman: poeta, francescano, scultore di suoni: ti amo.

Ps: la lunghezza delle frasi è voluta. Il talento di Jens Lekman è tale da farmi scrivere queste cose, a me, paninaro-metallaro-pankabbestia.

Carico i commenti... con calma