Bene...un saluto a tutti,vorrei recensire un' opera controversa del gruppo Progressive Jethro Tull...disco che ha un significato storico per la carriera della band...da quest'album in poi inizia un inarrestabile calo di notorieta' per una band al quale e' toccato il destino di essere eternamente incompresa...dopo un decennio di classifiche e concerti ,il gruppo si ferma...nel 1979 esce l'album Stormwatch,David Pegg bassista di lunga esperienza sostituisce lo sfortunato John Glascock morto per il riggetto di una valvola dopo un operazione a cuore aperto,la band si sfascia,Barrie Barlow batterista e amico intimo di Glascock si prende l'onore di pagare il funerale del bassista creando una frattura col dimissionario Anderson,David Palmer,l'unico membro del gruppo su cui Anderson,forse per questioni anche di eta ed esperienza ,tiene molto in considerazione si allontana per un crescente malumore verso il suono che sta prendendo il gruppo,John Evan tastierista invece in forza al gruppo dal 1970 prende le distanze anche da se stesso,tra problemi di alcol e questioni di cuore.Anderson prende tempo,su suggerimento della Chrysalis ,l'idea 'e di un lavoro solista.Sono gli anni 80 ed 'e giusto provare il nuovo suono,tastiere sintetizzatori,la fanno da padrone,Anderson sa di aver bisogno di ripartire da zero,e si avvarra' di nuovo collaboratori..arriva Eddy Jobson,polistrumentista che con gli U.K accompagno' i Jetrho Tull come gruppo spalla,Jobson porta con se il suo batterista di fiducia ,lo straordinario Mark Craney,che si fece le ossa con Frank Zappa..non avendo mai fatto registrare nulla al nuovo arrivato Dave Pegg ,fu giusto dare a lui il compito per le linee di basso.Martin Barre' arrivo' in quanto Anderson non trovo' nessuno per incidere le chitarre,in realta fu una scelta piu che mirata .L'album viene realizzato in poco tempo,e Anderson stesso fu felicissimo di constatare come la nuova formazione risulto' meno contrapposta della precedente ormai forse stanca o caratterialmente in fase di stallo.Al termine di tutto cio ,visto che gli affari sono affari l' album esce a nome JETHRO TULL,Anderson ebbe a suo dire che al termine del Tour confidava in un rientro della vecchia formazione ,ma cosi non fu'. A esce ad agosto senza riempire di entusiasmo i fan,il suono e' diverso,futurifico,in alcuni casi disturbante,ma va' detto,e' l'ultimo vero album anche per esecuzione live dei Jethro Tull...mi spiego,i musicisti occupano tutti una posizione importante sul prog per cui l'esecuzione anche dei classici non spezzera' l'alchimia del passato,cosa che avverra' invece dal 1982 in su quando la band cerchera' arrangiamenti piu lineari.Il disco in se ha un ottimo attacco,ci sono dei classici,su tutti fylingale Flyer con figurazioni taglienti e nervose,Working John-Working Joe e' superlativamente equilibrata tra country ,blues per poi diventare un rock di nuova lega prog.The Pine Marten's jig lo dice il nome stesso 'e una giga tagliente e aggressivamente progressive con parodia folk,si tratta di un pezzo di bravura strumentale davvero notevole.Fin qui i pezzi assoluti,Crossfire che apre l'album 'e un buon pezzo,eccellente la linea di basso di Pegg,e' un pezzo molto bello,ma gia meno classico e presenta il nuovo corso intrapreso dalla band,Black Sunday 'e quella bella canzone che in parte perdera' qualcosa dopo averla sentita dal vivo,nel disco si sente gia un primo calo di voce del cantante rispetto agli anni d'oro pero risulta meno filtrata rispetto ai due album precedenti.Protect and Survive ha tanto drumming e un ritmo lineare,pezzo discreto ma poco piu,Batteries not icluded e' il pezzo forse che scontenta anche i piu efferati fan del gruppo,la canzone presenta dei suoni troppo diversi da synth-pop e cosi anche la voce di Anderson viene modificata per dare al tutto un non so che di sconvolgente,si tratta comunque di un Rock almeno duro ,e senza sviluppi .Uniform ha dei tratti interessanti specie nel finale ,Jobson ci suona il violino in assolo e duetta con Anderson che risponde al flauto,anche il basso di Pegg spesso fa uso del synth,4.W.D invece ha reminiscenze blues,con massiccio assolo di Barre',sono canzoni dal livello un po calante perche forse lo stesso Anderson non aveva ancora cambiato del tutto l'approccio alla scrittura,per cui i pezzi terranno ancora conto degli eccessi del passato,resta per ultimo a chiudere il disco il pezzo And Further on,un lento-lentissimo dove la melodia un po di taglio catastrofico descritto dal muro di tastiere recupera una dimensione differente al gruppo,ma annuncia quello che sara' nel prossimo album,una bella canzone un po dura un po dolce nei suoni.Nel complesso questo disco restera' unico in quanto di li in poi i Jethro Tull come li abbiamo conosciuti non li rivedremo piu,e diventeranno un trio Anderson,Barre,Pegg,che puntera' a diventare una cover band di se stessa ,cosa evidente dall' album Crest of a Knave in poi. Un disco che la critica stranamente aprezzo'(fin troppo per essere un disco dei Jetrho Tull) ma forse era una rivincita personale visto le vendite scarse dell'album.Punti di forza? le prime tre canzoni citate,il resto e' un passaggio di consegne tra gli anni 70 e il futuro un po indeciso.E' anche l 'ultimo album dove compare sui credits il lavoro di arrangiamento del resto del gruppo.Comunque sia 'e un disco che appena comprato mi piaque parecchio,forse per la grinta degli esecutori,per me un album piu che discreto.

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