Verso la metà dei trashissimi (anche se meno di ora) anni 90 spunta nel panorama musicale statunitense una ninfetta bionda direttamente dalla freddissima Alaska. Una donna semplice e sensuale che con il suo primo album "Pieces Of You" ottenne omaggi dalla critica specializzata nonchè uno straordinario successo di pubblico. L'album infatti oltre a diverse nomination ai Grammy Awards ottenne nientepopodimenochè 12 dischi di platino per il suddetto LP, un album acustico e cantautoriale che mischiava sapientemente miscele pop ad altrettante country/rock.

Tre anni dopo esce il fortunato seguito ovvero "Spirit", un album controverso definito dalla stessa pianista/cantautrice molto autobiografico. Nell'album troviamo la solita ricetta piano/voce/chitarra acustica il tutto questa volta però condito da testi decisamente forti ed ispirati. Decisivo il paragone, poi fortemente smentito, con Tori Amos: in questo lavoro troviamo una ragazza matura, sensuale ma incazzata, vibrante nelle sue liriche. Sicuramente da segnalare canzoni di fattura tipicamente pop/rock come "Hands", anche se la traccia più "forte" e se vogliamo anche più rappresentativa dell'intero progetto discografico nonchè della stessa cantante rimane "Fat Boy/Fragile Flames" in cui la Nostra ci descrive le dinamiche interne ed emozionali di una persona emarginata, raffigurata con la figura (retorica?) di un ragazzo grasso alle prese probabilmente con la sua perdita di fiducia nel mondo e con più o meno velate manie suicide. Un LP che quindi ci appare omogeneo, ben suonato e soprattutto ben cantato (Jewel possiede un discreto range timbrico ed un ottima estenzione vocale), melodie azzeccate ed emotivamente coinvolgenti ma soprattutto testi originali e molto sentiti. Di sicuro una piccola grande chicca nella discoteca personale di chi, come me, apprezza molto le voci femminili e il cantautorato impegnato alla Fiona Apple dei primi album.

Due parole sull'artista: Jewel vende 16 milioni di copie negli States con i suoi primi due album e, malgrado il forte impatto commerciale, con una buona dose di talento ed un'immagine discreta ma a tratti tormentata sembrava aver trovato la giusta ed originale formula per poter costruire una carriera molto più che dignitosa e soprattutto credibile. Nel 2003 esce "0304" album pop (stile Lady GaGa ndr) con un messaggio allegato dalla stessa interprete: "è un album divertente e ho voglia di divertirmi in questo momento senza troppe menate". Da li in poi i critici le voltarono le spalle e paradossalmente stessa cosa accadde al suo pubblico, che la relegò negli anni a dischetti country di nicchia e purtroppo anche inascoltabili. Una spavalda eroina decisionale e quasi per paradosso anticonformista o semplicemente una donna prematuramente incapace di avere ancora cose interessanti da dire? Svolta coraggiosa e alla "mastìcazzi" o tentativo di paracula manovra? Sono sicuro che il mondo riuscirà a fare sonni tranquilli anche senza una risposta certa a tale quesito.

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