Un recensione in memoria della seconda colonna portante, assieme all'ancora attivo Steve Winwood, dei Traffic uno dei gruppi più celebri e di riferimento della scena rock alla fine degli anni sessanta. Jim Capaldi nasce nel '44 in Inghilterra nello Worchestershire da famiglia d'origini italiane, suo nonno infatti lascia il paese natale alla vigilia della Prima Guerra mondiale alla fine dell'epoca delle grandi migrazioni dal nostro Paese. Nel '60 conosce Dave Mason, ma sarà solo nel '67 che assieme a Winwood creeranno il sodalizio noto come Traffic, subito vincente al primo acuto con "Mr. Fantasy", seguito a poco più di un anno dall'altrettanto valido album omonimo, Ma con l'arrivo del successo, come spesso accade, cominciano gelosie e dissapori che portano ad un sostanziale "sciogliete le righe e ciascuno per se, ma Dio per tutti!", accompagnato dalla produzione di album solisti da parte dei tre talenti Winwood, Mason e per l'appunto Capaldi che nel '72 dà alle stampe il suo primo lavoro, coadiuvato dalla discreta partecipazione dei suoi ex, o quasi, compagni. "Oh, How We Danced" che riscuote un ottimo successo di critica, ma assolutamente insoddisfacente di pubblico, specialmente in patria, senza perciò scoraggiare l'autore che ormai scioltisi definitivamente i Traffic continuerà il suo percorso musicale per lunghi anni avvalendosi di numerose collaborazioni di rango e a sua volta contribuendo alla realizzazione di numerosi album e concerti; mitico fra gli altri quello al Rainbow Theatre di Londra il 13 gennaio del 1973 a supporto di un Eric Clapton nel pieno del suo splendore e da cui è stato tratto un album recentemente rimasterizzato ed espanso con l'intera serata musicale.

Gli anni '70 trascorrono senza infamia ne lode con la produzione di ben altri sei lavori, di qualità via via decrescente fino a quel "The Sweet Smell of...Success" del 1980 in cui si manifesta la sua totale crisi compositiva e che rappresenta l'apice negativo della sua carriera, ormai lontana anni luce dai fasti di solo un decennio prima. Toccato il fondo, ecco allora che Jim decide di virare completamente e si trasferisce, già alla fine degli anni settanta, in Brasile dove anche la sua ispirazione s'apre ad altri temi ed è così che esce: "Let the Thunder Cry" dove coadiuvato da numerosi artisti brasiliani esprime finalmente il suo amore per quel grande paese ricco di contraddizioni, mirabilmente riassunte nel brano "Favela Music". Amore che non si limita all'aspetto artistico, ma sfocia in un attivismo concreto a favore dei bambini disadattati e degli orfani perseguitati, che ne vede la partecipazione, in prima persona, a numerose assiciazioni benefiche in loro favore a partire da quella "Jubilee Action" fondata dalla moglie Aninha. Escono così due album "Fierce Heart" e "One Man Mission" permeati da questo spirito filantropo, per arrivare finalmente al 1988, anno d'uscita di questo "Some Come Running" che rappresenta, forse, il suo maggior successo commerciale grazie in particolare al brano omonimo ed ai singoli: "Something so Strong" e "Dancing on the Highway", ma ad una sostanziale omogenità e qualità di tutti gli 8 pezzi che lo compongono.

Sia ben chiaro come "Some Come Running" è figlio del suo tempo con l'abbondante uso di batteria e chitarre sintetizzate, abbastanza invise a quel pubblico che fece grandi i Traffic, ma allora quasi indispensabili per cercare d'ottere un risultato di successo che peraltro non arrise nella misura auspicata dal produttore, nonostante le partecipazioni in qualità di ospiti di: George Harrison, Eric Clapton e tanto per cambiare Steve Winwood. Ascoltando oggi la versione digitale e rimasterizzata magnificamente di questo lavoro e con la premessa realizzativa di cui sopra, stupisce l'esito tanto sconfortante, evidentemente la qualità lirica e l'equilibrio musicale non furono sufficienti a sollevare le sorti del nostro eroe.

Negli anni seguenti Capaldi continuò il suo vortice di collaborazioni, partorerendo nel 2001 il suo canto del cigno, quel: "Living on the Outside", che vivamente consiglio a chi volesse approfondire la conoscenza di questo grande uomo ed artista, arricchito da un nugolo di ospiti quali, oltre ai "soliti" Harrison e Winwood, Paul Weller, Gary Moore e Ian Paice. Gli ultimi anni della sua vita sono caratterizzati dalla partecipazione a svariati importanti concerti, fra i quali quello nel 2002 in memoria del compagno di tante avventure musicali: George Harrison e dal fortunato progetto di riunire i suoi vecchi colleghi Traffic, che tuttavia non vide concretizzarsi con l'uscita dello splendido "Far from Home", alla cui realizzazione collaborà a 4 mani con Winwood; per la sua prematura morte sopraggiunta agli inizi del 2005 per un male incurabile.

Concludendo la disamina di "Some Come Running" segnalo anche il brano conclusivo "Oh Lord, Why Lord", una suite epica decisamente influenzata dalla partecipazione di Clapton ed Harrison, quanto poi al voto ritengo sia inferiore alle 4 stelle solamente per l'appiattimento del lavoro alla moda dell'epoca, mentre qualitativamente e complessivamente le merità senz'altro.

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