Quali sono i dischi più difficili da recensire? Senza alcun dubbio quelli ai quali sei sentimentalmente legato, quelli che, in modo o nell'altro, ti hanno cambiato la vita.
Se l'obiettività è, per il sottoscritto, in molti casi solo una vaga aspirazione, con album come Night & Day essa va a farsi benedire. Si può giudicare con distacco ed oggettività una donna di cui sei perdutamente innamorato? E' impossibile: la vedi come sotto l'effetto di un incantesimo. Per alcuni album, non tantissimi per la verità, alla stessa stregua, mi si annebbia la vista critica. E Night & Day è di sicuro tra questi.

L'album è un viaggio inverso a quello del protagonista del famoso musical di Gershwin, "Un americano a Parigi". Un europeo alle prese con la "Big Apple" ; un musicista infatuato dell'America che decide di immergersi nelle sue culture, nei suoi suoni, nelle sue manie ("T.V. Age"); di esplorare quell'incredibile microcosmo della metropoli tentacolare, gustando fino in fondo i suoi forti e contrastanti sapori.
La sensazione di un viaggio, di un percorso è confermata sia dall'idea accattivante di dividere il vinile (che nostalgia!) in "Day side" e "Night side", sia di far scorrere alcuni brani senza soluzione di continuità, legandoli l'uno all'altro. La musica, di gran classe, composta e arrangiata con gusto quasi retrò, asseconda mirabilmente i tanti paesaggi, urbani e sentimentali, i tanti "points of view"( c'è anche "Chinatown") che si offrono agli occhi dell'artista e che vengono trasfigurati dalla non comune sensibilità. Ci sono i tributi al grande jazz, Duke Ellington in primis; frenetici ritmi latini, la "salsa" soprattutto ("Cancer"); ma anche delle commoventi ballad, ("Real Man", "Breaking us in two", "Real Man"), che rappresentano una delle migliori cure, omeopatiche of course, che io conosca per le ferite d'amore più profonde.

Non manca neanche, ad un lavoro di questa qualità, un singolo irripetibile come "Steppin' Out", con il suo incedere adrenalinico, con quella cristallina melodia, in un'epoca in cui i sintetizzatori la facevano da padrone, con quei versi che sembrano correrti incontro e invitarti alla speranza: "We- so tired of all the darkness in our lives/ with no more angry words to say/ can come alive/ get into a car and drive/ to another side/me Babe- Steppin' out/ into thr night/ into the light".
Joe Jackson aveva già dato (Jumpin' Jive) e darà dopo Night & Day (di Body & Soul ne parla compiutamente Grasshopper in un'altra recensione) altre prove del suo non comune talento di compositore, ma quest'album va collocato di diritto nell'Olimpo della musica pop.

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