Joe Jackson è il mio musicista preferito ormai dal lontano 1991 ed ogni sua uscita discografica mi ha sempre stupito, riesce infatti sempre a fare qualcosa di nuovo e se anche, a volte, nella sua musica ci sono dei richiami al passato c'è sempre quella sensazione di sentire qualcosa di completamente diverso da quanto fatto in precedenza.

Tra l'esordio (1979) e l'utimo album "Fool" (2019) Jackson ha spaziato in tutti i generi musicali, dagli eccellenti esordi in stile rock-reggae-punk dei primi tre album, per passare alle cover jump-blues di "Jumpin Jive" (1981) e "Tucker" (1988), dall'immensa grandezza pop-latina di "Night and day" (1982) e dell'ottimo "Laughter and lust"(1991), fino al melting-pot di generi di altri album di alto livello come "Body and soul" (1984), "Big world" (1986) e "Blaze of Glory" (1989), per approdare poi alla musica classica con il grande album strumentale "Will Power" (1987) e con gli eccellenti lavori successivi in cui Jackson fonde pop, classica, new age e folk, album come il bellissimo "Night music" (1994), il geniale e innovativo "heaven and hell" (1997) e il grande "night and day II" (2000), che non sfigura nemmeno a confronto con il primo "Night and day".

Gli ultimi 20 anni Jackson li passa con una certa dose di nostalgia per il passato, in album come l'ottimo "Volume IV" (2003), il bel "Rain" (2008), l'eccellente "FAst forward" (2015) e il grande "Fool" (2019) il musicista sembra spesso richiamare le atmosfere dei lavori precedenti, ma c'è sempre quel guizzo di novità che riesce a farti capire che la sua creatività è sempre viva e vegeta e che i richiami al passato sono solo un naturale modo di andare avanti senza scordarsi da dove si viene.

L'album di cui tratto in questa recensione è forse il suo lavoro migliore. Siamo nel 1982 e Joe Jackson con "Night and day" compone quello che considero un gran capolavoro, un'album che è poi anche il mio album preferito in assoluto in tutta la storia del pop-rock (il più bello? Il migliore?...Ho deciso di non usare questi termini, come ho fatto in passato, per non sembrare troppo assoluto, in fondo il modo in cui recepiamo l'arte è sempre molto soggettivo).

Critica e pubblico rendono sono parziale giustizia alla grandezza dell'album, che comunque ha un'ottimo successo di vendite, arrivando al numero 4 nelle classifiche di vendita USA e al numero 3 in Inghilterra. In Olanda si aggiudica il 2° posto e l'11° in Germania.

Musicalmente è un'album totale, dentro, mischiati assieme in modo originalissimo e oltremodo geniale, si trovano un pò tutti i generi del globo terrestre, dalla classica al pop, dal rock al jazz, dal funky alla dance, dalla musica latina ai ritmi afro-cubani. Nessun altro musicista è mai arrivato a questi livelli da capogiro sia a livello interpretativo, compositivo e di arrangiamenti.

Joe Jackson in "Night and day" è al massimo livello. Un'artista che supera se stesso in modo impressionante. I suoi primi quattro album avevano si messo in mostra un bel nuovo talento della scena inglese, ma non facevano sperare in un'impennata di grandissima classe e bravura come questo "Night and day".

ANOTHER WORLD apre le danze con ritmi impazziti e spigolosi, geniali e senza freni. La voce di Jackson rabbiosa e disperata fa il resto, trasportandoti in "un'altro mondo" della musica, quello della "vera" musica.

CHINATOWN è l'inferno della città, la violenza, la paura di uno straniero che si ritrova nella grande mela, New York, città a cui l'album è dedicato.

TV AGE è un rock-funky-jazz sregolato e folle, ritmica impazzita, voce imprevedibile, genio puro. Jackson dipinge la società moderna dei consumi, dove tutti sono attaccati alla tv e non si rendono più conto che la "vita vera" è altrove.

TARGET non è da meno delle precedenti. E' la paranoia che invade l'anima, la paura di essere uccisi per strada (come successe solo poco tempo prima al compianto John Lennon).

STEPPIN' OUT è un'oasi improvvisa di romanticismo, capolavoro straordinario di melodia, interpretazione e arrangiamento. Classe pura.

BREAKING US IN TWO è la canzone sulla fine di un amore. Drammatica, triste, piena di malinconia. Ancora grandissima musica.

CANCER è pura tecnica e dimostrazione di incredibile bravura strumentistica, soprattutto nell'assolo finale di Jackson al piano, straordinario per velocità e cambi ritmici improvvisi.

REAL MEN è la canzone più drammatica e dura che abbia mai sentito. Urlo contro la guerra, contro il razzismo e contro chi si crede di essere un "vero uomo" e poi non fa altro che uccidere "tutti i neri e tutti i rossi", ma (ammonisce Jackson) "se si arriverà alla guerra tra uomo e donna, stavolta non sopravviverà nessuno".

A SLOW SONG è la canzone più bella della storia della musica pop-rock. Melodia immensa, che cresce fino al ritornello straziante, dove Jackson urla con tutta l'anima e la disperazione che ha nel cuore, urla tutta la sua rabbia verso un mondo che spesso sembra ostile, che spesso sembra non sentire quello che abbiamo dentro, il nostro dolore, il nostro bisogno di dolcezza e di affetto, Jackson infatti canta: "Suonatemi una canzone lenta", una canzone dolce, con cui i due amanti che litigano di continuo possano ritrovarsi, possano sentire le proprie voce, possano carezzarsi e possano tornare ad amarsi.

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