Se si dovessero spedire fuori dalla Via Lattea una ventina di CD a testimonianza della miglior musica mai prodotta dall’Uomo la scelta sarebbe veramente ardua, a cominciare dalla selezione dei “generi” da dover includere o meno. E comunque i “generi” probabilmente li hanno inventati i discografici (e le suocere!). Ad ogni modo, per me, uno di questi dischi sarebbe di sicuro “Intercontinental” .

Inciso nel 1970 al Tonstudio di Villingen, in Germania, da Joe Pass (chitarra), con Eberhard Weber al contrabbasso e Kenny Clarke alla batteria, questo disco inspiegabilmente non si trova in CD altro che come import dal Giappone ad un prezzo che non è azzardato considerare “un po’ altino” . Vi si trovano 10 brani classici, dieci “standards” eseguiti con totale gusto, misura, maestria, senso del tempo, dello swing e della progressione armonica e melodica: Chloe, Meditation, I Cover The Waterfront, I Love You, Stompin’ At The Savoy, Watch What Happens, Joe’ s Blues, Gento, Ode To Billy Joe, Lil’ Darlin’ .

La classe e l’equilibrio dei toni e dei timbri ne fanno un ideale standard sia per ciò che riguarda il “colore” sonoro globale del prodotto sia per ciò che riguarda l’esecuzione più propriamente “tecnica” sugli strumenti; va detto che qui Joe Pass e’ al top della sua forma, producendosi in frasi misurate, brevi ed accordi di comping che assieme sviluppano il tema, l’ improvvisazione, la ripresa e la chiusura secondo i migliori canoni jazzistici non scritti ma comunque sacri per musicisti di tale stampo. No frills. Poco spazio solistico è lasciato ai due ritmi che svolgono il loro compito con eleganza e professionalità estrema. Fear not: a volte “professionale” si usa come modo gentile per non dire “monotono” o “asettico” , ma in questo caso la parola va interpretata nel senso più alto del termine, cioé di contributo perfetto all’ economia globale del disco e con attenzione somma all’ interazione tra musicisti.

Perfetto contraltare di un trio pianistico del calibro di Bill Evans o Keith Jarrett o fate voi. Un disco che va gustato sia di sera tardi con gli occhi socchiusi, sia mentre ci si fa la barba al mattino che fatto oggetto di studio per chi volesse sapere che cosa e’ un trio di jazz modern “quiet” mainstream senza tempo e scadenza. Un classico. Per tutte le latitudini. Intercontinentale.


  • Alfredo
    5 feb 06
    Recensione: Opera:
    Uno dei più grandi chitarristi jazz, forse il più grande, io di Pass ho "Montreaux '77" ed è favoloso!
  • DanteCruciani
    5 feb 06
    Recensione: Opera:
    :-D.........bravo symbad, continua a deliziarci con questi dischi. Spazio al jazzzzz!!
  • Hal
    5 feb 06
    Recensione: Opera:
    i generi e le suocere :)
  • morningstar
    6 feb 06
    Recensione: Opera:
    Questo non lo conosco, ma sembra un sacco interessante. Del buon vecchio Joe Pass mi piace un sacco "Virtuoso 3"; comunque bravo Symbad, grazie del consiglio.
  • Symbad_Bassist
    6 feb 06
    Recensione: Opera:
    Tks! Alfredo, non so se parliamo dello stesso disco, ma io ho un Joe Pass a Montreux ospite nella band di O. Peterson: "Big 6 at Montreux" con Milt Jackson, Niels Pedersen, Toots Thielemans e Louis Bellson. Se e' lo stesso disco parliamo di un vero capolavoro di gusto e musicalita'.
  • Symbad_Bassist
    6 feb 06
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    ...a proposito delle suocere, mai mettersele contro! Ricordati che nel confronto con la suocera, agli occhi della moglie, sarai SEMPRE perdente per definizione!!!
  • Anonimo
    6 feb 06
    Recensione: Opera:
    STUZZICHEVOLE INFORMAZIONE SUL CD DI JOE PASS IO POSSIEDO SOLO IL PRIMO "VIRTUOSO" CHE A MIO PARERE E' UN CAPOLAVORO, SE QUESTO DICI ESSERE COSI' BELLO PROVVEDERO' ALL'ACQUISTO
  • Alfredo
    6 feb 06
    Recensione: Opera:
    No Symbad B., nel mio disco Pass suona da SOLO ed è registrato al festival di Montreaux del '77, fa cose ASTRALI con la chitarra...un fenomeno!!
  • odradek
    6 feb 06
    Recensione: Opera:
    Mai sentito. Ma d'altra parte, quante cose nasconde ad un viandante curioso la galassia del jazz? E invece di lanciarle fuori dalla Via Lattea, bene facesti a buttarle qui, Symbad. Grazie & arrivederci.
  • Hal
    6 feb 06
    Recensione: Opera:
    s p l e n d i d o!
  • Socrates
    6 feb 06
    Recensione: Opera:
    Un vero Maestro, che ho conosciuto grazie al mio migliore amico, più competente di me im ambito jazz, soprattutto per quanto concerne i chitarristi.
  • odradek
    25 mag 06
    Recensione: Opera:
    Ero già stato qui in altra veste. Ora ripasso, perchè sto ascoltando questo disco. Non sarà ancora a spasso nella galassia, ma per adesso è nel mio lettore. Grazie davvero Symbad.
  • Symbad_Bassist
    26 mag 06
    Recensione: Opera:
    de nada, man; quando vogliamo passare... "alle vie concrete" basta che mi scrivi: symbad_bassist at yahoo punto it Capisci a mmme':-) V.
  • casamorta
    28 feb 10
    Recensione: Opera:
    ...ne avevo già sentito parlare, dev'essere un vero giuoiellino! vediamo se si può aggirare l'ostacolo-Giappone ;)

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