I Fratelli Coen sono come dei Re Mida e tutto quel che toccano diventa oro (oro come quel filone che sta cercando Tom Waits interpretando un vecchio “prospettore” solitario accompagnato solo dal suo asino e da un “great horned owl” ovvero un ehm, gufo femmina a cui cerca di rubare le uova…) ma c’è un ma e chi conosce la storia di quel re sa qual è, infatti con questo bel film western del 2018 di cui non sapevo quasi nulla, se non che vi partecipavano Liam Neeson & il succitato Tom Waits mi pare che si siano un po’ preclusi il continnum nella loro fortunata carriera cinematografica presentando questo film ad episodi (nonostante sia candidato addirittura al premio Screen Actors Guild Award” del 2019 ovvero come Candidatura per le migliori controfigure cinematografiche) e precisamente 6.

Ora non intendo fare come chi nelle rece degli album descrive il track by track e seguirne l’esempio con gli episodi, ma dirò che l’inizio cattura subito lo spettatore con un western atipico nonostante tutti gli ingredienti giusti per raccontare l’ultima parte della vita di un pistolero un po’ sopra le righe con l’aggiunta di un pizzico di “musical”, poi passa ad una diciamo classica rapina in banca del tutto strampalata con finale a sorpresa dove qualcuno viene ehm, impiccato più d’una volta, tanto che una domanda emblematica di un cowboy verso un altro sfortunato collega da forca che piagnucola è più o meno “eeh è la prima volta eh?…”

Dopo viene raccontata la storia (secondo me la più commovente del l’intero film) di un giovin attore senza gambe ne braccia ma con una grande capacità recitativa, che attraversa l’inverno su un carro (guidato da Liam Neeson che gli fa da impresario e non solo…) e che dovrà vedersela con una gallina ehm,matematica…

L’episodio che ho trovato meno attraente anche se interessante è proprio quello dove recita e canta il ns. beneamato Tom Alan Waits, tra l’altro è uno dei due racconti tratti da cose scritte non dai F.lli Coen, ed in particolare questo si basa su una novella di Jack London cioè l’omonima “All Gold Canyon” con un altro finale a sorpresa…

Segue un episodio (l’altro tratto da un racconto, e precisamente di Stewart Edward White fratello del noto, in America, pittore Thomas Gilbert White) ove per la seconda volta vediamo degli agguerriti “pellerossa” sparacchianti e oltre che scalpitanti diciamo ehm, “scalpanti”… pure questo con un triste finale a sorpresa.

Dell’ultimo non voglio dire nulla altrimenti sarebbe come fare quel track by track che fin dall’inizio intendevo evitare ma cui non son riuscito perfettamente come avete ben visto (eeh nessuno è perfetto tantomeno io!) anzi no una cosa la voglio dire e cioè che: non m’è piaciuta la “teatralità” del girato con il finto fondo in movimento che si nota benissimo dai finestrini della diligenza o carrozza che sia, però la storia narrata fa in ogni caso riflettere sui tipi umani (e lì si dice che siano solo due…) e niente.

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