Io odio il caldo.
Mi fa diventare cattivo, nervoso, isterico. Una volta ero in autostrada, si procedeva lentissimamente, così decisi di uscirne e percorrere la provinciale. Errore. Un incrocio mal canalizzato mi bloccò per 30 minuti in una assurda inamovibile fila di automobili incastrate sotto il sole estivo. Il sangue mi ribollì nelle vene e mi scatenai in proteste verbali e gesti violenti contro il cruscotto dell'auto.
Douglas, nella stessa situazione, abbandona la macchina e compie quel gesto che in fondo si rivela, col senno di poi, più che salutare. Da qui parte il contrasto al sistema del disoccupato ( e con i nervi a pezzi) protagonista di "Falling Down /Un giorno di ordinaria follia" (1993). Il titolo originale preannuncia di una caduta verso il basso, che porterà al crollo definitivo dell'individuo, sbriciolato dai contrasti e l'insostenibilità del meccanismo in cui si trova a vivere.
Il sistema è fatto di prezzi insensati, truffe, violenza gratuita, restrizioni sociali, estremisti intolleranti, mancanza di umanità, vagabondi molesti e falsa cortesia. Tutte cose che nella vita, prima o poi a tutti in qualche modo, saranno capitate. L'altro giorno ero in centro ed ho pagato 30 cl di acqua minerale l'orripilante ingiustificata somma di 2euro e 10 centesimi. La mia reazione è stata una forte ma contenuta indignazione, ed anche in questo caso ho rivisto me in Douglas, ferocemente alterato dal poco elastico venditore coreano a cui non mancherà di manifestare il suo sdegnato punto di vista. Qui si parla di un uomo coi nervi a pezzi, a cui capita qualunque cosa nel giro di poche ore, ed il tutto, ha un sapore un po' farsesco. Progressivamente, ed involontariamente, Douglas si troverà tra le mani, in proporzione alla sua rabbia crescente, armi sempre più grandi, per esprimere e sfogare al meglio le sue ire.
Parallelamente alle disavventure dell‘iroso, si svolge l'ultima giornata di lavoro del tranquillo poliziotto Duvall, stretto dalle ansie della moglie e le ironie dei colleghi, e che vuole portare a termine, con la massima professionalità e senso del pericolo, anche la sua ultima missione. Le due figure, diciamo il bene ed il male, si incontreranno nel finale in un ultima tenzone regola conti.
Joel Schumacher svolge la grottesca trama con abilità, raccontando l'angoscia comune del cittadino delle grandi città, anche se talvolta il film rallenta un po' e la figura di Douglas rimane "sospesa tra il giusto e l'eccessivo". Il risultato è una agghiacciante odissea metropolitana che ci ricorda l'agrodolce sapore dell'ordinaria follia quotidiana.Carico i commenti... con calma
Altre recensioni
Di Abraham
Bill, nella sua melodrammatica follia, mi fa ridere. O meglio: fa da specchio.
La soluzione risiede nel buon senso che alberga nei nostri cuori: sopravvivere per le persone amate sostituendo odio con compassione.