Blue Train, folgorante illuminazione; creatività ed improvvisazione prendono vita sottoforma di sinuose note che fuoriescono da un "tenor saxophone", suonato da un messia, mandato in terra ad accelerare il progresso del Jazz, di nome "Trane".
Era il '57, il messaggero aveva trent'anni e l'America era in subbuglio per la lotta per la conquista dei diritti civili della comunità afroamericana, della quale faceva parte. Era il '57 e John svelò al mondo una sua nuova creatura, quella della maturazione e della consacrazione anche da solista.

Sette tracce, che portano tutte verso la strada della perfezione. Sette tracce, tra temi centrali ed alternate take che portano una sola firma, John Coltrane (tranne "I'm Old Fashioned" di J.Kern & J Mercer).
La raggiante "Blue Train", che t'introduce nel suo mondo, col suo sax ed il riff che ti entra nella testa subito, come se ci fosse sempre stato.
"Moment's notice", anche qui gran ritmo, sincronismo perfetto con gli altri elementi del gruppo, che non sono affatto dei gregari, ma che di fronte alla luce di John Coltrane, appaiono in maniera diversa. Lee Morgan e Curtis Fuller, che sostengono John dando robustezza nei temi cantati all'unisono, si fanno sentire eccome; poi gli assoli di Kenny Drew al piano, il contrabbasso di Paul Chambers, tutti disciplinati sotto la sapiente direzione ritmica di "Philly" Joe Jones alla batteria.
"Locomotion", traccia tre e John Coltrane ci dà ancora mostra della sua incredibile velocità con lo strumento e fa impazzire gli amanti di quel Jazz più veloce, dal ritmo sostenuto.
Poi, arrivi ad "I'm Old Fashioned". La svolta. Il ritmo rallenta e la melodia sembra toglierti una collocazione spazio-temporale,ovunque tu sia. Ora sei a New York, poi a Brooklyn, a Bed-Stuy, sul set di un film di Spike Lee o sorseggiando un brandy sul tuo divano.Ovunque tu sia, il primo impulso è il pianto e tutto ciò ti toglie il fiato.
Poi "Lazy Bird" e capisci che John Coltrane gioca con i tuoi sentimenti e ti riconcede sette minuti di ritmo ed una melodia qui però malinconica, da spiaggia d'autunno.

Insomma, avrete capito che John Coltrane non è paragonabile a nessun jazzista per la sua originalità nei temi e per la sua spinta propulsiva, a cavallo fra l'Hard-bop ed il Free-Jazz. Per poter apprezzare a pieno la grande intensità dell'espressione artistica di John Coltrane bisogna sentire la vostra e la sua anima vibrare all'unisono, in uno stato psicologico in cui i confini individuali si annullano e si riesce a percepire davvero l'essenza della creazione.

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