Concepito nello stesso periodo compositivo del sonnolento By The Way, primo vero passo falso dei Red Hot Chili Peppers (di cui non staremo a parlare e che vengono menzionati come semplice pietra di paragone), Shadows Collide With People condivide col fratellastro la paternità del chitarrista John Frusciante e si colloca in un punto cruciale della sua discografia solista, ovvero dopo l'abbandono di sonorità e inquietudini prettamente lo-fi (il fortunato To Record Only Water For Ten Days) e subito prima della bulimica sfilza di lavori più o meno riusciti pubblicati tra il 2004 e il 2005.

Posizione non facile, ma che forse è la chiave per comprendere la personalità di questo lavoro: se da una parte troviamo un Frusciante finalmente sereno e nel pieno delle proprie capacità compositive, dall'altra siamo ancora lontani dall'eccesso di confidenza e dalla voglia di strafare che hanno spesso segnato in negativo gli episodi successivi del suo percorso musicale. Il risultato è un disco dal sound pulito e figlio della passione tutta frusciantiana per le melodie e le armonie vocali.

Ad aprire è la maestosa Carvel (preceduta da una relativamente breve introduzione che a onor del vero suona abbastanza fine a sé stessa, pecca che troveremo anche nelle strumentali –00Ghost27 e Failure33 Object), in cui il chitarrista fa sfoggio della sua ritrovata abilità vocale accompagnandosi con gli inconfondibili cori in falsetto, ormai un vero e proprio marchio di fabbrica. La successiva Omission è una ballad agrodolce in cui l'amico Josh Klinghoffer provvede alla seconda voce, seguita dalla malinconica ed effettata Regret, dedicata al tumultuoso passato di Frusciante.

Ma il meglio deve ancora arrivare, ed è in Ricky che troviamo uno dei brani più riusciti del disco: pochi semplici accordi di chitarra fanno da contorno alle bellissime armonie vocali creando un gioiellino pop dolce e appiccicosissimo; caratteristica che ritroveremo anche nell'ottima Song To Sing When I'm Lonely e nella conclusiva The Slaughter (rovinata però da un orrendo vocoder nell'intro). In mezzo episodi gradevoli ma non essenziali come le vagamente garage Second Walk e This Cold, su cui aleggia la pesante influenza di The Passenger di Iggy Pop, la scanzonata cantilena Water, una piacevole Wednesday's Song e le malinconiche Time Goes Back e Chances (uno dei due brani in cui figura anche Omar Rodriguez dei Mars Volta alla chitarra; l'altro è 23 Go In to End).

Nel complesso ci troviamo di fronte a un lavoro estremamente melodico e curato in cui non mancano degli scivoloni (le pessime strumentali e alcune inutili intro) ma dove la qualità media è notevole e spesso molto ispirata, e non si può fare a meno di pensare che se anche By The Way fosse stato su questo livello forse non ci si lamenterebbe così tanto: John Frusciante è senza dubbio uno dei chitarristi più inflazionati dell'ultimo decennio per varie ragioni, occorre però ammettere che non molti artisti "giovani" sono in grado di vantare il talento melodico presente in questo disco.

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