"James Bond 007 Casino Royale", l'originale.

Parlo della pellicola del 1967 che vide dietro la macchina da presa diversi registi. Nei sottotitoli il principale appare John Huston, ma spulciando nei titoli emergono i nomi di Val Guest, Ken Hughes, Joseph McGrath e Robert Parrisch. Risultato? Il tutto è facilmente riassumibile con il titolo stesso: un casino, o come disse Woody Allen, uno degli interpreti impiegati in questa movimentata pellicola, "un vero macello".

Questo è il tipico film di produzione hollywoodiana che vede impiegate risorse a non finire, sotto il profilo degli attori delle ambientazioni e degli effetti speciali, al fine di stupire lo spettatore che tutto sommato, negli anni '60, usciva certo confuso per la trama, ma soddisfatto per il gran bombardamento di avvenimenti pazzeschi, grandi attori, belle donne, esplosioni, azioni e musiche d'effetto che il film stesso proponeva.

Dai costi certamente spropositati, per via del cast, composto da stelle di primo ordine, tra le quali spiccano David Niven nei panni di Sir James Bond, il papà storico di tutti i futuri Bond, Peter Sellers, nei panni dell'occhialuto Evelyn Tremble, novello James Bond un po' impacciato, Woody Allen nei panni del cattivo Dr. Noah, che per questioni di manifesta inferiorità nei confronti di Sir Bond, mette in piedi un baraccone assurdo di cloni e chimicaglie. Joanna Pettet, nei panni di Mata Bond, bella figliola di Sir Bond, lo stesso John Huston, la sensuale Ursula Andress dalla parte dei buoni, il grande Orson Welles nei panni dell'abile ma sfortunato cattivone Le Chiffre. Da citare anche Daliah Lavi, Deborah Kerr, William Holden, Charles Boyer, George RaftJean-Paul Belmondo, Terence Cooper, Barbara Bouchet, Jacqueline Bisset, Derek Nimmo, Ronnie Corbett, Duncan MacRae, Anna Quale.

Il film è una catena di eventi spezzettati ed ammucchiati conditi di supereffetti speciali, luoghi segreti, esplosioni, decine di personaggi e belle donne sensualissime, migliaia di comparse, e gran finale con rissa a cui prendono parte cavalleria, legionari, indiani, polizia e chi più ne ha più ne metta in un demente "tutti contro tutti". In sostanza è una sorta di pagliacciata parodica, con finale assurdo e semibuonista. Insomma,  nulla a che vedere con tutti i James Bond che seguiranno.

Difficile seguire e cogliere una vera logica. Sembrano microstorie fine a se stesse, o meglio, storie mal impastate che si reggono sugli attori. All'epoca era sufficiente per divertirsi: la grande massa di cose viste, tra star e innovazioni tecniche riempiva e appagava lo spettatore "animale" da cinema. Dunque pellicola perfetta per il cinema di sensazione, quello di una volta, non quello da home video.

 Da non dimenticare le meravigliose musiche di Burt Bacharach, altro innesto di lusso in questo film baraccone,  che tra swing, jazz e lenti, regge l'intera colonna sonora con abilità. I pezzi scritti per questo film sono passati alla storia e ancora oggi sono riproposti da artisti moderni o inseriti in servizi televisivi come nella pubblicità. Basti ricordare "The Look Of Love", un vero classico

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