Come mai questo bel classico disneyano, negli anni, non ha mai assurto la qualifica di super-classico? Cioè, come mai è stato per lungo tempo, e in parte ancora oggi, accantonato e dimenticato? Possono esserci, a occhio, almeno tre risposte: 1) E' uscito in un periodo disgraziato, la cosiddetta "età del bronzo", gli anni più bui e meno geniali di casa Disney (non sono annoverabili, tra le cose più riuscite, film come "Red e Toby nemici amici" o "Taron e la pentola magica"); 2) Ha avuto un successo limitatissimo alla sua uscita, no tanto negli Usa, dove funzionò benissimo, divenendo il classico Disney, fino ad allora, di maggior successo, bensì in Europa (in Italia funzionò così poco che il successivo film targato Disney, "Le avventure di Winnie the Pooh", nemmeno venne distribuito nelle sale); 3) semplicemente non è piaciuto abbastanza al pubblico.

Invece, io, lo voglio difendere, perchè a mio avviso è uno dei più belli in assoluto della Disney (non me la sento di rivalutare il secondo, "Bianca e Bernie nella terra dei canguri" (1990), davvero poca cosa), ed ebbe pure una gestazione piuttosto travagliata.

Nel 1962 la Disney acquista i diritti dei libri di Margery Sharp "Miss Bianca al Castello Nero" (1959) e "Le avventure di Bianca e Bernie" (1962), e lo stesso Disney ne vorrebbe una riduzione cinematografica. Ma la prima stesura è uno shock: dai simpatici topini si passa a raccontare di un poeta norvegese tenuto prigioniero in Siberia su ordine di un governo totalitario. Spaventato da un approccio politico fino a quel momento inedito nelle opere di casa Disney, Walt lascia perdere il progetto e decide di dedicarsi ad altro, tra cui la realizzazione, anch'essa laboriosa, di "Mary Poppins" e le attività dell'imminente apertura del primo Disneyland. Ne riprendono in mano l'idea, nei primi anni Settanta, un gruppo di animatori di belle speranze tra cui un giovanissimo Don Bluth (sì, lui, quello che uscirà dalla Disney a fine anni Settanta e si dedicherà ad opere personali quali "Alla ricerca della valle incantata" e la saga di Fievel) eliminando ogni implicazione politica. Tra i personaggi, inventati nuovi di zecca dalla rivoluzione di Bluth un orso polare, che avrebbe dovuto avere la voce di Louis Prima, il quale si ammalò, morì e lì si arenò, di nuovo, il progetto.

Nel 1975 la Disney è a un bivio, o realizzare un opera ardita dal titolo "Scruffy" (poi mai realizzata) riguardante alcune bertucce di Gibilterra impegnata a combattere i nazisti durante la seconda guerra mondiale o riprendere in mano l'eterno Bianca e Bernie. Si optò per la seconda scelta.

Il film vide la luce nel 1977, dopo due anni di lavorazione. La storia è quella di due topini che, raccolto un messaggio in bottiglia, devono andare a salvare una ragazzina dalle grinfie della sadica Madame Medusa intenzionata a mettere, ad ogni costo, le mani su un leggendario diamante. La genialata sta nel rappresentare questi due topini come due membri di una specie di ONU in formato animale, e quindi farli diventare due agenti segreti. Oltre ad una velocità d'azione notevole (tutto il secondo tempo è, praticamente, a rotta di collo) si segnalano alcune idee, soprattutto visive, non così scontate: l'incipit in cui viene presentata questa organizzazione delle Nazioni è più vera del vero, stereotipi compresi (che sono il sale della comicità), l'approdo notturno in una Londra spettrale e nebbiosa è tra le cose più belle disegnate dalla Disney e i due protagonisti sono affiatati quanto basta. In più, vi è una cura nella descrizione dei personaggi secondari che è da premiare: l'albatross-aereo Orvill è indimenticabile; la piccola Penny è tra le figure bambinesche più classiche della Disney (sognatrice ma con i piedi per terra, impaurita ma non del tutto spaventata) ma, soprattutto, spicca la figura di Madame Medusa che è tra le antagoniste più sadiche e inqueitanti che si siano viste in un cartoon di casa Disney. Aiutata da due coccodrilli, è una specie di Crudelia De Mon, se possibile, ancora più cattiva, disegnata come una sorta di spilungona quasi senza forme, sempre munita di fucile, truccata come una maitresse e incapace di qualsiasi slancio emotivo. Forse, insieme alla succitata Crudelia e poche altre, la vera villain di tutta la produzione Disney.

Il grande critico americano Leonard Maltin ne riconobbe, fin da subito, e fu uno dei pochi, lo status di classico:

"[...]una boccata d'aria fresca per tutti coloro che erano preoccupati per il futuro dell'animazione alla Walt Disney [...] il film d'animazione più soddisfacente a provenire dallo studio dopo La carica dei cento e uno"

Wikipedia ci viene in aiuto nel ricordarci un episodio, invero curioso, di fine anni Novanta.

«Una portavoce della Disney ha detto che le immagini presenti ne Le avventure di Bianca e Bernie sono state inserite nel film in fase di post-produzione, ma ha rifiutato di dire cosa fossero o chi le avesse inserite... L'azienda ha dichiarato che lo scopo del ritiro è quello di mantenere la promessa fatta alle famiglie di potersi fidare del fatto che il marchio Disney offra il meglio dell'intrattenimento per loro" (The Indipendent)

Spieghiamo: l'uscita in VHS, anno 1999, venne funestata da un episodio clamoroso che da lì a poco coinvolse molti classici Disney, su tutti "Il re leone". In uno sfondo del film era ben visibile, parlando di Bianca e Bernie, la figura di una donna seminuda nella scena in cui Orville trasporta i due protagonisti. Le VHS, ovviamente, vennero ritirate ma da lì partì un boom di segnalazioni che coinvolgevano diverse edizioni home video della Disney (donnine nude, falli in erezione, addirittura scritte in cui comparivano evidenti bestemmie). Lo scandalo fu tremendo (e chissà, oggi, in tempi di social cosa si sarebbe potuto scatenare) poi tutto passò, le edizioni in DVD, che si faceva largo proprio in quegli anni, furono aggiustate ma lo scandalo ebbe ripercussioni di non poco conto. E ancora oggi, volenti o nolenti, se ne parla.

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