"Sai chi sono i perdenti? I perdenti sono quelli che hanno così paura di non vincere, che non ci provano nemmeno." - Edwin Hoover (Alan Arkin)

Nel 2006 la coppia di registi Jonathan Dayton e Valerie Faris, già famosa a livello internazionale per il lavoro nella produzione di videoclip musicali, approda al grande schermo con il film "Little Miss Sunshine". Il film racconta il tragicomico viaggio della famiglia Hoover, che parte da Albuquerque per raggiungere la California e permettere alla piccola Olivia (Abigail Breslin) di partecipare ad un concorso di bellezza. Il gruppo è composto dal capofamiglia Richard Hoover (Greg Kinnear), la moglie Sheryl (Toni Collette), il figlio Dwayne (Paul Dano), lo zio Frank (Steve Carell), il nonno Edwin (Alan Arkin) e la già citata Olivia.

Con un ritmo sempre più veloce e crescente tipico per un on the road, ma probabilmente influenzato anche dai precedenti lavori dei due registi, il viaggio darà occasione a tutti i membri di questa famiglia allargata di ridefinire se stessi e le loro vite. Tra un episodio più o meno divertente e l'altro la storia è come avvolta da un velo di fallimento, che ricopre quasi completamente anche i personaggi sulla scena presi singolarmente.

Richard Hoover è infatti in cerca di un successo editoriale che non arriva, con il suo libro in cui definisce "I Nove Passi" per arrivare ad un successo assicurato, impegnato a teorizzare un metodo sistematico atto alla realizzazione di se stessi che però nemmeno lui riesce a mettere in pratica. Sheryl sembra ormai rassegnata al ruolo di moglie a metà tra la noia e la disperazione, capace di servire in tavola solo cene già cotte e ad attendere il successo del marito. Frank è considerato il più grande studioso dello scrittore Marcel Proust negli Stati Uniti, ma assiste inerte allo sgretolamento di tutto ciò che ha costruito, dopo tra l'altro essere stato sconfitto in amore, e fallisce anche nel tentativo di suicidarsi. Dwayne ha fatto il voto del silenzio con la promessa di mantenerlo fino all'ingresso nell'aeronautica militare, ma lo romperà quando nel corso del viaggio si renderà conto di essere daltonico e di non poter realizzare il proprio sogno. Infine Olivia è troppo "autentica" e "troppo bambina" (come tra l'altro è giusto che sia) per vincere un concorso di bellezza. Rimane il nonno Edwin, ben interpretato da un Alan Arkin premiato con l'Oscar nel 2007, che però solleva all'interno del film un altro tema, quello del confronto generazionale: il personaggio di Edwin rappresenta infatti un'altra generazione, una generazione che al contrario di quella di suo figlio Richard non si è poi preoccupata così tanto di delineare "nove passi" per raggiungere il successo, e che probabilmente non si è mai curata del successo in generale. Una generazione con cui quelle successive nel corso della trama non possono fare a meno di confrontarsi e della quale in un certo senso "trascinano il peso" all'interno del furgoncino in cui viaggiano.

Il viaggio servirà però a fare in modo che tutti i protagonisti prendano coscienza del proprio fallimento, per affrontarlo, superarlo e forse anche sfruttarlo al fine di migliorare le proprie esistenze: solo accorgendosi del proprio daltonismo, e vedendo il sogno di pilotare un'aereo infrangersi, Dwayne per esempio ricomincerà infatti a parlare e getterà le basi per un nuovo inizio. Davanti alla luce di tutto questo il fallimento diventa quasi un passaggio necessario, la piena presa di coscienza di esso una sorta di "palingenesi", e le conseguenziali sofferenze diventano ciò che può "renderci quello che siamo", proprio come successe a Marcel Proust.

La scena finale del film è in un certo senso emblematica perchè non importa se il successo editoriale non arriva, se il nostro daltonismo ci rende incapaci di pilotare un aereo o se la nostra "genuinità" è un ostacolo alla vittoria di un patinato concorso di bellezza; ciò che importa è fare ciò che si ama, meglio se con accanto qualcuno che ci aiuta a spingere e a "far partire" lo scalcinato furgoncino su cui decidiamo (o siamo costretti) a viaggiare.

Carico i commenti...  con calma