Il nuovo Nick Drake viene dal Nord Europa.

Con il suo ultimo album, "Veneer", Gonzalez rimane cupo e fedele alle corde gravi della sua chitarra acustica. Con un'amarezza di fondo che contraddistingue il suo stile compositivo, ci lascia più inabissati rispetto al precedente lavoro.

All'ascolto, l'album sembra bipartito come un vecchio Lp. In effetti dopo la quinta canzone, sembra di riascoltare dei motivi presenti nelle prime due tracce. Forse solo impressioni, forse una scelta. Fatto sta che non ha un andamento fisso come album. Non a caso, uno spettrogramma, che ricorda molto "Unknown Pleasures" in orizzontale su carta da pacchi, campeggia in copertina come un'analisi del disco. Da apprezzare la trascrizione senza punti, all'interno del booklet, dei testi. Brevi e concisi, molto spesso sono singole frasi ripetute a mò di cantilena antica. Vi accompagnerà per una mezz'ora, ma seppur vi risulterà inascoltabile e ostico ad un primo ascolto, concedetegli una seconda chance.

Non ve ne pentirete.

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