Sapevo che avrebbe fatto al caso mio da quando ne lessi la premessa in una recensione debaseriota.

Immediatamente, ne lessi la prima riga:

Il giorno seguente non morì nessuno.

Non fu necessario altro.

Abboccai all’amo.

Di seguito, si raccontavano i dilemmi e le incertezze delle istituzioni che sulla morte facevano affidamento: Il governo e la chiesa, le case di cura e le agenzie funebri. Si raccontava la storia dell’uomo che per primo ricevette una lettera dalla morte. E si raccontava la storia la storia di un violoncellista che il richiamo della morte proprio non lo voleva sentire.

Un romanzo che si legge tutto d’un fiato.

Eppure, il narratore discende con un incedere lento sulla anonima, ma palesemente riconoscibile, nazione, e osserva le diverse reazioni di fronte a questo assurdo stravolgimento collettivo che lì si è abbattuto. Vola alto per poi planare di volta in volta, qua e là, sulle persone che rappresentano le istituzioni che guidano quel paese e osserva con sguardo divertito e satirico la loro reazione.

Narra, descrive, ragiona.

Siamo abituati ai narratori di Saramago. Palesi e giocherelloni, arzigogolati e divagatori, esploratori di possibilità narrative realizzate e irrealizzate. Esperti dispensatori e abili smontatori di modi di dire.

Giocano col lettore.

Il narratore delle intermittenze della morte lo tiene avvinto a sé, anche attraverso piccoli episodi che mostrano le conseguenze di due calamità opposte e contrarie che si abbatteranno su una nazione.

Il tono del racconto non è tragico, ma riflessivo e ironico.

E così il narratore attende, tarda, non ha fretta di mostrarci protagonista e antagonista di questa storia.

Fino a che, a un certo punto, compaiono sulla scena la morte, prima, e il violoncellista, poi, e, in un surreale crescendo, in un grottesco climax, si preparano alla resa dei conti, che si risolve, nelle ultime pagine, in una letterale apoteosi.

Così, nuovamente, il giorno seguente non morì nessuno.

Un romanzo che si legge tutto d’un fiato, ma che risuona a lungo nella mente del lettore.

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