Torno, e torna su Debaser anche Jovanotti (e non so quale delle due notizie sia peggiore). Diciamo che un ritaglio di tempo per scrivere una recensione si trova sempre, ed è più o meno, credo, lo stesso ragionamento che ha fatto il Jova, il tempo di mettere insieme un disco in qualche modo si trova sempre, anche se poi il disco è quel che è, cioè poca roba.
"Il Disco del Sole" esce a dicembre (il 9 del 2022) e già di sole ce n'è poco, in più trattasi di una raccolta di singoli usciti nei due anni precedenti (c'è anche qualche inedito, ma col contagocce) che sono state, chi più chi meno, hit da spiaggia o, se fossimo negli anni '60, da juke-box. Estive, appunto, e il nostro le fa uscire tutte insieme a Natale, vabbè. L'idea è un salto indietro nella storia da far paura; sembra di stare negli anni del boom economico quando i cantanti italiani imbottivano il mercato discografico di 45 giri, quando ne avevano accumulati abbastanza mettevano in commercio il 33 giri che li conteneva tutti (il caso più eclatante fu l'LP "Emozioni" di Battisti, anno 1970). Ora, qui c'è Jova non Battisti, e già il salto indietro è notevole di suo, se in più ci mettiamo che l'operazione nasce già vecchia e stravecchia figuriamoci. Ma i fans che ne sanno, pensano che queste siano operazioni commerciali "ggiovani", salvo poi prendersela con i boomer, che in questo appaiono più "ggiovani" di loro.
Le hit in questione sono "I love you baby"; "La primavera", "Sensibile all'estate"; "Mediterraneo"; "Yalla Yalla"; "Il boom" e via discorrendo. Non è tutto da buttare, bisogna ammetterlo. "Yalla Yalla", per dire, è un bel "martellone" che riporta alla memoria il Jovanotti degli anni '90, il migliore su piazza, e "Mediterraneo" è una bella canzonetta di 5 minuti con ritmi "oceanici" neanche banali. Fermiamoci lì, perchè il resto è da vergognarsi: "I love you baby" è una canzone pensata per "bucare" le radio e farsi dimenticare dopo mezz'ora; "Sensibile all'estate" è inconsistente ed è sorretta da un testo talmente scemo da non crederci ("Sei contenta? Anche oggi ho fatto sorgere il sole, c'è voluto un po' a convincerlo, vedi ho dovuto raccontargli di te, ci credi?"); "La primavera" cita spudoratamente Battiato nella musica e nei testi, ma laddove Battiato raggiungeva vette impossibili da scalare, se non per lui, qui siamo a un livello rasoterra, tra studenti dell'Accademia d'arte e turchi che pattugliano la Siria per finire con un futuro in cui si canterà il karaoke alla Scala.
Ah, gli inediti. Aiuto, please. Ora, io capisco che il nostro viva di felicità incondizionata e sia sempre contento e felice, roba che se gli sfasciassero la macchina riuscirebbe a trovarci, volendo, un lato positivo (io m'incazzerei, non so voi) ma una canzoncina -ina -ina come "Ricordati di vivere" fa spavento. Perchè va bene essere sempre gioiosi e allegri, ma mettere in piedi un testo tanto delirante quanto stupido su una musica talmente prevedibile quanto noiosa come questa ce ne voleva. In pratica, la sostanza è la seguente: vivi la vita in ogni attimo. Sai che novità. Poi c'è "Se lo senti lo sai", vabbè il giochetto di imbottire le canzoni di S è ormai un giochino scoperto, ma anche qui siamo all'asilo. Sentite qui: "E un giorno di dicembre arriverà l'estate, perché le cose fanno quello che gli pare". Bhè, oddio, forse è la giustificazione dell'aver fatto uscire un disco estivo a inizio dicembre. Ciliegina sulla torta: nel ritornello una citazione di "Felicità" di Al Bano.
Banalmente, va di intimismo con la romantica, si fa per dire, "Tra me e te" e ci infila pure Enzo Avitabile nella dimenticabile "Corpo a corpo". Poi ogni tanto azzecca qualcosina, e questo lo salva dal fallimento totale, oltre alle succitate "Yalla Yalla" e "Mediterraneo" merita una nota anche "Oasi" e la divertente "Tirannosauro Rex", forse, il pezzo più riuscito tra tutti.
Il Jova non è più quello di una volta, e sono uno di quelli che ha amato, e ama ancora, il suo primo periodo "pirla", quello di "Vasco" e "Il basso pompa", perchè era un pirla appunto, cazzeggiava, si divertitva e non aveva pretese da poeta da strada. Ora, ma direi da parecchio, pensa di essere una penna sopraffina, un autore di vaglia, un musicista coi fiocchi. Sì, qualche sprazzo di talento c'è ("Buon sangue", 2005, era, a mio avviso, un album più che dignitoso), ma "Il Disco del Sole" (2 CD oltretutto, il nostro ultimamente si contiene a fatica) è un piccolo orpello in un mare di inutlità. Va detto, stavolta non ha nemmeno stravenduto. Forse che anche i suoi più fedeli seguaci si siano stancati del monotematico Jova-pensiero?
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