Non so se ci avete fatto mai caso (io sì), nelle canzoni di Jovanotti ci si bacia moltissimo, ci si innamora da pazzi, ci si dice "Ti amo" a profusione, ma non si scopa mai. L'unica canzone in cui ha accennato al tema sesso fu, nel lontano 1992, "Sai qual'è il problema", che trattava il tema dell'AIDS e dell'uso del preservativo (a me, ogni volta che ascolta quella canzone, viene in mente quella battuta trash di un film trash di Jerry Calà che diceva: "La squinzia ha imposto il preserva", ah gli anni '90). Insomma, ascoltando questo doppio CD del Jova (che a me sta pure simpatico, espierò le mie colpe in qualche modo, lo prometto) la sensazione, netta e in qualche modo dolorosa, è proprio questa: non si batte chiodo. Per dire, a un certo punto canta: "Non lasciare la tua bocca senza baci stasera". Ma dico io, benedetto Jova, a quasi 50 anni (tanti ne aveva quando uscì questo album, nel 2015) ma osa un po' di più, che ne so, lasciati andare ad un bel: "Non lasciare la tua bocca senza cazzo stasera". Tanto non si scandalizza nessuno. O no? Bhè, forse la sua fanbase sì, perchè in fondo lui è il rapper da parrocchia, è quella che diceva che se ti drogavi eri una testa di cazzo, quello dello sballo pulito e giovanile, della Chiesa che va da San Patrignano al Vaticano, delle paste la domenica mattina, il pranzo coi genitori, e dell'italianità strapaesana più democristiana possibile. E' uno che crede in Dio e faceva rap, e già è una contraddizione, poi, evidentemente Dio si sarà incazzato e ha virato verso un pop più "papposo" fino a diventare un baciapile renziano. E' nato americano, è trasmutato in antiamericano; è nato cazzone (ed era bravissimo in quelle vesti) è finito poeta della sinistra veltroniana. Mamma mia.

"Lorenzo 2015" è un doppio, il nostro non si contiene. Il Jova, come al solito, ci tira il pacco, e il primo CD, quello imbottito di singoli e hit varie ("Gli immortali"; "L'estate addosso"; "Pieno di vita"; "Il cielo immenso"; "Sabato") è quello più brutto, quello veramente dove l'amore è solo baciuzzi casti e poco "slinguosi" e le ballate sono un mix di zucchero e ancora zucchero. Metti "Le storie vere", ok la conoscono in pochi, ascoltatela, e poi ditemi: è una ballad che pareva vecchia trent'anni fa, con le solite rime da Smemoranda anni '90, un sax malandrino e null'altro, ma pensate a "Ragazza magica", quella in cui si dice che "la mia ragazza trasforma un pomeriggio in un capolavoro" (wow!) e leggetene il testo, vi sembra che un uomo adulto, senziente (vabbè) possa scrivere un verso tanto cringioso come: "E mandi i gatti sui tetti a star fuori le notti che poi quand'è giorno ti sembrano pigri ma è solo stanchezza che tutta l'ebbrezza di notti d'amore da piccole tigri"? E l'orrore (l'orrore!) di pezzi come "Caravan Story" o il mezzo mandolino di "Perchè tu ci sei". C'è qualcosa solo quando decide di puntare sul ritmo e non sul sentimentalismo spicciolo, "Tutto acceso" e "Musica", sono due buoni esempi. Il resto è fuffa, compreso un pezzo dedicato ad un astronauta perso nello spazio che vorrebbe tornare da lei (a fare che? Tanto mica scoperebbe, lo sappiamo, vedi all'inizio) e la solita lagna dedicata alla figlia ormai cresciuta, "Libera" (oh la figlia si è pure ammalata seriamente nel frattempo, ora è guarita, e non si scherza).

Il secondo CD però è una bomba, o quasi. E' quello che il Jova, poco furbamente, non ha pubblicizzato. Dura meno, molto meno, ha 12 pezzi e se si esclude l'ultimo, "7 milioni", una boiatina, è un album che riporta il nostro ai livelli che sappiamo.

(e qui mi tocca parlare bene dell'album)

Già l'incipit, "Melagioco", è un forsennato brano elettronico, e l'elettronica sarà il leit-motiv dell'intera seconda parte, che farebbe saltare dalla sedia pure mia nonna (e mia nonna è morta). Va detto che il testo è molto bello, con alcuni passaggi che divertono e lasciano un po' (solo un po', ma è già tanto) stupiti ("Ho tentato di capirci qualcosa ascoltando migliaia di opinioni, ma ho capito che nemmeno gli esperti riescono a fare previsioni" e quel passaggio, a me tanto caro, "La città dove vorresti vivere non la trovi sulla piantina"). Ma sono bellissimi anche pezzi come "E non hai visto ancora niente" o "Una scintilla", con un atmosfera, ques'ultima, insolitamente dark. "All the people" con Sinkane è un pezzo da club sul Mediterraneo, ma il lavoro che fa Bombino nella notevole "Si alza il vento" potrebbe rientrare tra le cose più belle cantate dal Jova da sempre (anche questo ha qualcosa di oscuro, che il nostro sentisse il peso degli anni?). L'esperimento di "Gravity", per quanto un po' faticoso, è il germe di un mutamento (?) jovanottiano, ma viste le successive prove del nostro pare più un mezzo miracolo estemporaneo. "Il riparo" coniuga tradizione ed elettronica, ma lo fa con una certa robustezza compositiva. Ecco, se Jova avesse fatto uscire un solo CD, questo, sarebbe stato un momento suo artistico notevole, e invece, visto che voleva strafare, si è perso con le 18 canzoni del primo CD, noioso, risaputo e fin troppo modaiolo.

Nel frattempo il Jova continua a cantare le sue canzoni d'amore in cui ci si bacia e ci si ama tantissimo (tantiffimo), però, amico Cherubini, una chiavatella, ogni tanto, no?

(infatti a mia moglie, ascendente rockettara, il Jova non piace, ci sarà un motivo)

Carico i commenti...  con calma

Altre recensioni

Di  mondo.marco

 Alla terza traccia, però, mi rendo conto di averlo già ascoltato e prontamente rimosso, per la gioia delle mie orecchie.

 Ti basteranno per riempire San Siro e vendere cifre da capogiro, ma mi spiace, caro Lorenzo, per me è un no!


Di  Feronius

 Uno dei personaggi più "fake" di tutti i tempi; paraculo, materialista, simulatore di sentimenti, finto idealista.

 Qualcuno ti ha mai spiegato la differenza tra un rivoluzionario e un sistema capitalistico basato solo ed esclusivamente sul denaro?