Non c'è bisogno di parlare dei Judas Priest, di elencare quando, dove e perchè si sono formati. Il loro monicker basta e avanza. Gli appassionati del genere sanno già tutto della loro storia e dei loro componenti. Qualcosa si può dire invece sugli ultimi anni del gruppo inglese: dopo il complesso "Nostradamus" (2008) circolò la voce dell'imminente ritiro della band dalle scene. Notizia poi smentita, ma che ha avuto comunque una parte di verità visto che il cofondatore K.K. Downing, da sempre presente nella band, ha deciso di lasciare l'orizzonte musicale che tanto ha ricevuto dal chitarrista. Successivamente si sono rincorse le voci di un ritorno in studio e a 6 anni di distanza dal già citato "Nostradamus", i Judas hanno dato alla luce "Redeemer Of Souls", diciassettesimo lavoro in studio della band di Birmingham. Richie Faulkner è stato eletto per sostituire Downing: se si gurda al passato la new entry annovera collaborazioni con Lauren Harris (la bella figlia di Steve) e Christopher Lee (chi ha detto Saruman?) Inutile dire che è impossibile e anche irrispettoso paragonare i due, anche se va detto che almeno dal punto di vista tecnico Faulkner non è certo uno sprovveduto.
Quando una band di questo calibro decide di tornare sulle scene il rischio è quello del manierismo, del "ritorno" fine a se stesso, di una trovata commerciale che possa garantire ulteriori soldi a musicisti ormai conosciuti in tutto il globo. Una piccola componente di tutto ciò c'è sempre, ma i Judas di "Redeemer Of Souls" hanno avuto la decenza di riaffacciarsi con l'attitudine di sempre, partorendo un disco che non ha la pretesa di essere un capolavoro, che non vuole reinventare il genere e che non sperimenta tanto per farlo. Tutti problemini che invece si possono imputare al precedente "Nostradamus", sebbene il sottoscritto lo ritenga un lavoro ingiustamente bistrattato.
I Judas mettono da parte lo sperimentalismo del cd precedente e sputano fuori un lavoro dalle coordinate ben precise: riff taglienti con chiari riferimenti al "Painkiller style" e ugola di Halford a disegnare le linee vocali. "Dragonaut", la titletrack, "Sword Of Damocles" e altre sono esempi di classic heavy metal, dove emerge una forma canzone più canonica e la ricerca di chorus adatti a trascinare anche in sede live. Halford sembra non avere più la voce di un tempo, ma la painkilleriana "Halls Of Valhalla" è un concentrato della grandezza del vocalist di Birmingham, mentre il singolo "March Of The Damned" è la dimostrazione lampante di come i Judas di "Redeemer Of Souls" abbiano voluto riprendersi la semplicità compositiva di un tempo.
Il disco si lascia ascoltare, anche se non ci sono veri e propri sussulti. C'è anche da sottolineare però che spesso ritorni di questo tipo sono vere e proprie brutture musicali: al contrario ROS non inventa e reiventa nulla, ma è comunque lavoro di classe, mestiere, scelte azzeccate. In questo senso sono da rimarcare "Secrets Of The Dead" e "Battle Cry" dove riemerge il pathos dei tempi andati: composizioni che non tutti i nuovi gruppi che si approcciano al metal hanno la capacità di partorire. Interessante anche la conclusiva "Beginning Of The End", unico momento "soft" del disco.
E' facile sparare sentenze su dischi di questo tipo, ancor di più se il nome di chi li da alla luce è uno di quelli più importanti nel genere. La band inglese non tira fuori un capolavoro e nessuno si aspettava ciò. Tanti probabilmente saranno scontenti di un ritorno senza il fido Downing (e a livello di songwriting si sente), ma l'album in questione è godibile, "asciutto", old style. Nulla di nuovo sotto il sole. Eppure non è poi così scontato aspettarsi lavori di questo tipo dopo diversi anni di assenza dalle scene.
1. "Dragonaut" (4:26)
2. "Redemeer Of Souls" (3:58)
3. "Halls Of Valhalla" (6:03)
4. "Sword Of Damocles" (4:54)
5. "March Of The Damned" (3:55)
6. "Down In Flames" (3:56)
7. "Hell & Back" (4:48)
8. "Cold Blooded" (5:35)
9. "Metalizer" (4:37)
10. "Crossfire" (3:53)
11. "Secrets Of The Dead" (5:42)
12. "Battle Cry" (5:18)
13. "Beginning Of The End" (5:09)
Elenco e tracce
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