DNA è il secondo album del gruppo progressive italiano Jumbo. Formatosi a Milano nel 1969 come suppoters del carismatico cantante Alvaro Fella (il cui soprannome ha ispirato il nome della band), dopo la pubblicazione di un album omonimo nel '72, raggiunsero la loro perfezione stilistica con la suddetta opera, uscita lo stesso anno.
Il disco presenta musiche mature e piuttosto evolute con bei momenti acustici alternati da parti elettriche e irrequiete. Anche la parte cantata riveste un ruolo importante nell'insieme musicale, con i testi forti ed emblematici che si esprimono nella voce roca e gagliarda del Fella, che nel bene e nel male rappresentano una particolarità del gruppo. Infatti i temi trattati in maniera cruda nelle canzoni dei Jumbo ne provocarono il bando dai programmi radiofonici del periodo.
La prima facciata dell' LP era interamente occupata dalla "Suite per il Signor K", formata da tre sezioni: "Sta Accadendo Qualcosa Dentro Me / Ed Ora Corri / Dio è".
Possiamo trovare ottimi cambi di atmosfera, con il flauto che prima disegna note sulla chitarra acustica e dopo accentua i riff di quella elettrica. Fin dal primo ascolto risulta evidente come Dario Guidotti nella parti più spinte si ispiri al maestro Ian Anderson. Comunque molto bello l'assolo che si staglia nel centro della suite. Da citare pure i riff e gli arpeggi della chitarra di Daniele Bianchini che si alternano a batteria e piano, che enfatizzano i momenti hard e quelli più delicati.
Molto ben curata anche la sezione ritmica di Vito Balzano che si muove sempre in ordine a quella che è la richiesta dei musicisti.
Le tastiere e il basso sono suonate da Sergio Conte e Aldo Gargano, attenti a non appesantire troppo l'insieme, ma dando comunque il loro contributo.
Nel complesso si erge la voce rappresentativa del Fella, a volte gracchiante, a volte potente, che può ricordare quella di Joe Cocker, ottima per esprimere le idee del cantante, che nell'ultima parte della suite ci rende partecipi del suo punto di vista su Dio; sicuramente uno dei momenti più alti della prima facciata.
Segue "Miss Rand" che ci racconta la morte della prof. di una scolaresca avvenuta con l'incendio della sua casa. Il tutto in maniera efficace e tragicomica, grazie alla musica scanzonata che fa da sottofondo al dramma della poveretta. Gran pezzo.
"E' brutto Sentirsi Vecchi" è un duetto di chitarra acustica con tastiera e flauto che spiega la brutta sensazione che si prova quando sembra che il tempo che rimane sia meno di quello trascorso. Piacevole soprattutto se presa alla leggera.
"Hai Visto..." comincia con temi jazzati che si spostano su toni più cupi e duri quando parte il cantato. Altra canzone dai temi forti dove questa volta vengono raccolte tutte le catastrofi possibili e immaginabili che un uomo possa subire, dall'eruzione vulcanica all'incendio, dai cani che sbranano i tuoi figli alla morte di tua madre, portata via dalla furia di un alluvione. Nonostante il testo che qualcuno potrebbe non digerire la musica espressa è di livello e ben suonata.
Si chiude così il disco.
Bella merda direte. E invece no. Se questa recensione non vi ha fatto passare la voglia di ascoltarlo, consiglio a tutti gli amanti del progressive di procurarselo, perché ne vale veramente la pena, e se visto con un ottica diversa da quella dell'aspirante suicida può anche far sorridere.
Band singolare, soprattutto nel panorama italiano, ma assolutamente da riscoprire.
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