"In una recensione dei June of 44 non nominare i Fugazi è un sacrilegio imperdonabile" (N.I.B.II.O)

 

"Fugazi, ecco fatto: nominati" (Captain Howdy)

 

Il 1996 è stato, dal mio punto di vista, un anno interessante, anzi senza timore di sollevare un vespaio dirò che musicalmente e' il mio preferito: "Aenima" dei Tool e "Boys for Pele" di Tori Amos tanto per citare qualcosa.

 

"Tropics and Meridians" è un mini album (6 canzoni), è il secondo lavoro della superband di Louisville ed è appunto uscito in quella meravigliosa annata diventandone uno dei lavori più rappresentativi.

 

Post Rock, Math Rock, Indie Rock, Nuova Psichedelia: parecchi sono stati i generi in cui i June of 44 , negli anni, son stati inseriti (qualcuno li ha pure accostati pericolosamente al Grunge) ed effettivamente una catalogazione risulta difficile per una band che nasce dalle ceneri di gruppi (Codeine, Rodan etc. etc.) che nei primi  '90, sulla scia di ensemble come gli Slint, modificarono per sempre la concezione di Hardcore portandolo a livelli decisamente inclassificabili, tanto vaste erano le sonorità da cui attingevano e, soprattutto, per quanto ampie furono le conseguenze in fatto di influenza per le generazioni future di musicisti interessati ad approcci minimali ed "esteticamente" (se mi passate l'avverbio ed il successivo sostantivo) Punk.

 

Ho usato il termine Punk solo per motivi di inclinazione filosofica dei quattro del Kentucky perché "Tropics and Meridians" è opera complessa, misurata, troppo razionale per essere inserita in quel filone, ma come voi mi insegnate un conto è apparire, un altro è essere: l'immagine finalmente non contro la musica ma la musica che scavalca l'immagine.

 

Come in uno script solo volutamente disordinato questo piccolo gioiello si muove tra un cantato quasi recitato e suoni psichedelici che però spesso riservano sorprese "ruvide", donate soprattutto da chitarre in contrasto con le strutture armoniche dei singoli pezzi: un caos "lucido" incastonato dentro un ordine suadente, che se ad un primo ascolto può lasciar perplessi con il tempo si rivela seduttore.

 

Canzoni come la "rumorosa" "Anisette" e quell'inno alla nuova Era Galattica che è "Sanctioned in a Birdcage" rappresentano benissimo lo stato interlocutorio in cui si viaggia nei Tropici e Meridiani disegnati nella mappa musicale della band dal nome Milleriano: mentre Ansia e altri sentimenti contrastati come Paura ed Irrequietezza si alternano ad altri di assoluta tranquillità dando sfogo sia alla voglia di imprimere bene nelle (altrui) menti i propri conflitti interni ma anche la disperata ricerca di una via d'uscita dalla claustrofobia del sentirsi fragile in un mondo perso dietro le fesserie dell'apparire. Richiesta d'aiuto e Proclama d'intenti: "Tropics and Meridians" stupisce nel breve, coglietene l'essenza.

 

Mo.

Carico i commenti... con calma