Primo lavoro strettamente cantautorale di Roberto Juri Camisasca, in quanto La finestra dentro era più progressive, Il carmelo di Echt si rivela uno splendido concept album sulla condizione umana.

Arrangiamenti assolutamente pop con venature di rock da classifica accompagnano invece testi impegnati e impregnati di spiritualità.

Si apre con la canzone-titolo, il dramma di Edith Stein, che nonostante si nascose in Olanda, nel carmelo di Echt appunto, fu comunque catturata dai nazisti e giustiziata ad Auschwitz. Commozione e sgomento sulla frase "gli ebrei non sono uomini". Riproposta dall'amico di sempre Franco Battiato nel 2008 nel suo "Fleurs 2", così come La musica muore, del 1975.

Nuvole bianche è da brividi, specialmente quanto si canta "sono nel mondo ma non sono del mondo" che è uno dei capisaldi del pensiero di Gurdjeff. Bella Revolution now!, dove a un certo punto intervengono i cori di Silvio Pozzoli. L'urlo degli dei e Primo motore si possono definite opposte ma complementari, in quanto la prima insiste sul distacco dell'uomo dalla natura, mentre la seconda spiega il collegamento tra l'Uomo e il Cosmo.

La nave dell'eterno talismano è una delle migliori, praticamente spiega le regole della meditazione buddista praticata tra gli altri da Franco Battiato. Lasciare andare i pensieri e non esserne prigioniero.

Curva del cielo è quella che mi colpisce di meno, ma è comunque un buon brano per gli standard dell'autore. Le ultime due sono pazzesche. Il viaggio degli umani e Le acque di Siloe mi fanno subito pensare a "Cafè de la Paix", specie la prima. Battiato vincerà due anni più tardi il premio di miglior album del 1993, Camisasca non ricevette alcun riconoscimento ma glielo diamo adesso piazzando le 5 stelle a questo album.

Per un ritorno discografico bisognerà attendere otto lunghi anni.

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