Quattro fonti sonore tradizionali sono affiancate dall'elettronica in ciascuno dei brani di questo cd antologico, tutti scritti tra 1992 e 1996: una voce di soprano in "Lonh", un violoncello in "Près", un flauto in "NoaNoa", le percussioni in "Six Japanese Gardens". L'autrice è la finlandese Kaija Saariaho, un bel nome della musica d'oggi.

Appena infilato il cd nel lettore, le sonorità rarefatte di "Lonh" trasportano l'ascoltatore in una dimensione magica e incantatoria. La soprano intona un antico testo provenzale ma è spesso raddoppiata dalla parte elettronica con un collage del testo in tre lingue: provenzale, francese e inglese. Suoni concreti (il vento e la pioggia, il canto degli uccelli) si aggiungono al materiale vocale e il tutto viene trasformato e spazializzato in vari modi con l'ausilio dell'elettronica.

Uso insistito del riverbero in "Près", un brano di quasi 20 minuti, diviso in tre parti, dove la voce originaria del violoncello spesso si fonde con i suoni sintetici. L'elettronica interviene con l'utilizzo di filtri, diversi tipi di delay, tecniche di trasposizione.

Si sarà capito: Kaija Saariaho non lascia nulla al caso, la sua è una musica di ricerca ma la tensione al raziocinio non esclude la piacevolezza del suono e il tentativo di seduzione, tutta acustica, nei confronti dell'ascoltatore.

Anche "NoaNoa" infatti non si limita all'uso del flauto nella semplice veste solistica: oltre ai suoni dello strumento, le frasi smozzicate dette sottovoce, i sospiri e i sussurri dell'interprete vengono amplificati e trattati elettronicamente per produrre di nuovo un brano carico di poesia e suggestione.

Infine i sei "Japanese Gardens", quasi 19 minuti, in cui la scrittura delle percussioni è calligrafica e minuziosa, dove non si vuole sopraffare l'ascoltatore con suoni densi o in fortissimo; al contrario: l'ascoltatore è blandito nella raffinata rarefazione dei suoni (soprattutto percussioni intonate della famiglia dei metalli). La parte elettronica prevede suoni ambientali e canti rituali ma è evidente, in questo brano, l'impasto sonoro che riecheggia l'Oriente e si tratta in effetti di un ritratto in musica di un soggiorno giapponese fatto dalla compositrice. Lei è Kaija Saariaho: l'ascolto di questo cd ce ne offre una buona introduzione.
 

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