Una delle perle nascoste del blues rock psichedelico californiano della fine dei sessanta. Un solo album del 1969 è quello che resta del quartetto del chitarrista cantante Gary Yoder prima di entrare a far parte dei Blue Cheer appena l'anno dopo. I Kak gridano vendetta, è una formazione che parrebbe un vaso di coccio "derivativo" tra i giganti del periodo, ma che invece ha una solidità impressionante. Ascoltate l'ultimo dei nove brani, "Lemonade Kid", che rolla su un tappeto acido di tabla e sitar mentre la chitarra di Yoder ha la stessa liquida calma di mastro Garcia, riuscendo ad entrare nelle vene come un calmante iniettato da una mano fatata. Degna conclusione di un disco dal potere mesmerico.

Prima c'erano state le scintille di "Everything's Changing", un inno garage disturbato dalla lucente chitarra di Gary, oppure la corposa perla elettrica "Disbelievin" che imbocca la strada trasversale per la west coast, e ancora la ballata "Electric Sailor", dinamizzata da forme armoniche convesse da attirare perfino i puristi del beat psichedelico.

I momenti più rilassati sono affondati in laghi di note acustiche come il singolo "I've got time" che apre lo spiraglio al country rock con la slide impegnata a disegnare arcobaleni sonori. E' appena un momento di pace spazzato via dalla tagliente "Bryte' n Clear Day" che vive della tensione nervosa di una chitarra penetrante come una lama nel tessuto connettivo. Ma la perla è racchiusa nel medley di nove minuti detto " Trieulogy" composto di tre brani che assicurano ai Kak un posto nella navicella galattica di David Crosby e Paul Kantner: "Golgotha", solcata per tutta la sua durata dalla chitarra distorta e dal cantato parallelo di Yoder, "Mirage" che è una cavalcatala stile Neil Young in acido e infine " Rain", che spiazza tutto con un'inversione di ritmo funky condotta dal fuzz bass.

La riedizione del 1999 in compact disc, oltre ad essere stramaledetta dai pochi possessori del raro vinile originale, è stata rinominata "Kak-Ola" ed arricchita con demo e versioni acustiche più cinque pezzi di Gary Yoder, tra i quali le due facciate di un suo singolo del 1970.

Proprio qualche mese prima di portare in dote ai Blue Cheer la sua creatività psichedelica di musicista di grande personalità.

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