Una brutta puntata di "Homeland".

La Bigelow torna a noi, dopo i fasti di Oscar e critica (me escluso) di "The Hurt locker", in territori limitrofi con la speranza di bis.

Abbandonati i militari, si butta su Cia ed intelligence (DEVGRU, per la precisione, credo sia sardo). 

La storia la sapete già tutti, quella con la s minuscola se appena appena avete confidenza con il genere, quella con la S maiuscola se non siete stati in coma negli ultimi 15 anni (11 settembre, Osama Bin Laden, guerra, Guantanamo sono i tag).

Come prevedibile le due storie convergono, in un turbinio di ipotesi ossessive su come trovare i cattivi, capi che non ci credono, "comblotti", inevitabili bracci di ferro, pedinamenti, depistamenti, torture, ecc...

Come nei porno con la trama, forte è la tentazione di andare avanti veloce, perchè il tutto è messo là in modo chiaramente posticcio per arrivare al dunque, gente che penetra altra gente lì, 40 minuti di pura azione per stanare l'afghano cattivo qui (indovinate un pò chi è?).

Per me, capace di addormentarmi con i vari "The Raid Redemption", un tormento, per gli amanti dell'action, console dipendenti e videoclippettari sparsi probabilmente un'estasi.

La freddezza della telecamera non aiuta, i personaggi sono distaccati, ma non gelidi in quel modo interessante che generalmente gli avvocati e i serial killer hanno nei film, ne cinici a la Gordon Gekko di OliverStoniana memoria. 

Qualcuno esalterà la ricostruzione documentaristica del lavoro di intelligence, ma il fatto che i personaggi hanno la personalità di un discorso di Casini rende tutto semplicemente didascalico. La noia è l'unica reazione possibile.

Ogni tanto cercano di sciogliersi, si dimenticano del lavoro asfissiante dell'intelligence ma appena cominciano a parlare della loro vita privata, esplode una bomba e chiaramente perdono un pò il filo del discorso (succede anche a me).

I richiami a Guantanamo e la violenza sui prigionieri, con personaggi così bidimensionali, non risveglia le nostre coscienze, le addormenta, sarei stato molto più empatico se avessero seviziato Qui, Quo e Qua, molto più umani di questi attori.

Peccato sprecare la brava Jessica Chastain, relegandola nel ruolo clichè della rampante agente Cia tutta lavoro.

La prima parte del film è una traslazione in salsa spy di "Codice d'onore" senza Jack Nicholson, la sceneggiatura di Aaron Sorkin e le tette di Demi Moore (cioè niente, Tom Cruise appunto).

La seconda è gente che spara.

Giusto per non fare nomi: "Argo", concorrente diretto agli Oscar e affine per contenuti, vince in scioltezza il confronto.

La Bigelow, spogliata dalle imperdonabili tentazioni autoriali, si rivela per quello è: una Tony Scott coi i tacchi. Molto meno femminile.

A voi basta?

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