1 June 1974
Notte di giugno! In quel cielo capovolto si toccava la punta delle stelle
La linfa era champagne che frizzava nell’anima
Avevamo parlato tutta la notte e poi...un bacio sulle nostre labbra
Tremante lì come un piccolo insetto.
Island Records 1974
Ai piani alti degli Islands Studios, nella sede magica di Notting Hill, Richard Williams, General Manager della casa discografica era più cupo del solito, l’onda lunga del reggae si stava esaurendo e non era affatto semplice esportare il reggae negli anni 70 in terra d’Albione.
In particolare poi con tutte quelle scintille notturne di Alt Rock gioiosamente immerse in quell’idioma musicale incomprensibile.
Poi tutti quegli album sperimentali prodotti, gemme stupende si ma misconosciute e che soprattutto non attiravano quelle masse, ambite dal Capo.
Poi improvvisamente, quando meno te lo aspetti, quel giorno arriva quell’illuminazione e quell’offerta dei pompelmi ai magazzini Fine Fare di Brighton, 4 frutti al prezzo di 3 e quella malsana idea, perché non promuovere il nuovo tour di Kevin Ayers non in tournée da solista, ma insieme ad altri tre decadenti firmatari della Islands Records, per un futuro preannunciato sold out al mitico Rainbow Theatre di Londra.
In quella comunità schizzinosa e prog il quartetto era conosciuto, apprezzato ma non idolatrato, si trattava di 4 gatti randagi, dallo stile personalissimo e assolutamente non omologabile, non si trattava di proporre alchemici virtuosismi prog o fiammanti jam o lunghe suite, si trattava solo di far balenare sotto le stelle canzoni con un tocco in più, decisamente non rock mainstream, brani dove venivano riflesse le complesse, uniche ed autentiche personalità dei loro autori, anime eccentriche con un profilo alieno, semplicemente tormentate o semplicemente radiose come Kevin Ayers.
Lo stesso John Cale, candidamente in un’intervista affermò;
“C'erano tutte queste persone di culto sull'etichetta. L'idea era che se li metti tutti insieme avresti potuto vendere abbastanza da giustificare la loro presenza".
Era forse arrivato il momento di vendere (anche ) qualche disco, non tanto di vedere spuntare come funghi nuove bands dopo aver ascoltato “ The Velvet Underground & Nico “.
Oh Yes I Do.
Ma la ricerca del profitto non può avventurarsi sul sentiero pericoloso della Follia
Non si possono fare i conti senza quell’oste barcollante ,
che balla nella notte a piedi nudi e sotto quel palco, con tutti quei corpi che si agitano
nell’attesa del divino solstizio e delle sua fatale incoscienza .
“Sono entrato in questo bar
ma il barman mi disse
"Non serviamo estranei
In scarpe di camoscio blu;
Noi non diamo credito, e
Non diamo modo
Dobbiamo pensare a ciò che la gente potrebbe dire ..
"Uh, sai cosa voglio dire
Ho detto: "Certo, uomo!!"
Di fatto per Ayers era giunto il momento di promuovere on the road l’album “ Confession Of Dr Dream”, ma anche Eno, che era ancora impiumato di tutte quelle paillette ed aveva appena da poco pubblicato quel discone strepitoso di “Here come the warm jets “ , poi Cale aveva appena fatto uscire quello strano oggetto del desiderio di “ Fear” e Nico, beh Nico era uscita da poco con il suo “ The End “, quale ghiotta opportunità cercare di ingabbiare quella atavica follia, sotto le luci di quel palco e gli odori apollinei di tutte quelle groupies londinesi, che bazzicavano attorno a quel miele velenoso di Kevin…
Ma i progetti, i business pan, quelle lunghe e compassate riunioni e comunioni d’intento ai piani alti della Islands Records sfumarono e si dissolsero quando la notte silenziosa posò i suoi dorati artigli su quel palco, quando i sospiri dei presenti si arrestarono d’incanto alla comparsa di Eno e sulle prime, discordanti note di “ Driving Me backwards “ ; quella lieve ombra e quella polvere granulosa posarsi sul Big Ben, quel silenzio trionfante che sussurrava il risveglio artistico del genio e quella fuga dall’estetica glam nella ricerca sfiziosa della assoluta complessità universale.
E quel chanteur de charme di roxyana memoria veniva ora strozzato da un canto disperato e discordante, iperrealistico e naturalistico, liberato in quella guida all’indietro, post remake/re modellamenti vari , vaneggiando quell’impresa, di issare quella luminosa e mistica bandiera in quella calotta glaciale…
E cosa dire di John Cale, di quella asessuata versione di "Heartbreak Hotel" di Elvis Presley, tra quei gemiti delle coriste meshati dal sintetizzatore malato di Eno, in quella evocazione di spettri e tamburi martellanti, quella rabbia esistenziale, vogliamo forse credere che Cale fosse veramente innamorato di Miss Cynderella, la sua moglie ex groupie trovata la sera prima del concerto a letto tra le braccia di Ayers, poi portare la moglie in un tour con Ayers, quale pessima iniziativa, ma vogliamo credere...
Ma c'è’ un attimo del concerto, che dura solo 9 minuti, in cui tutte le luci si spengono e si resta al buio con la propria anima.
C'e’ un attimo del concerto in cui il sintetizzatore di Eno lacera il tempo e la voce straziante di Nico, accompagnata solo da un armonium si insinua come una ferita sempre più profonda, in quella eterna e lancinante cover dei Doors, in cui quella modella tedesca dal viso spettrale e dal corpo filiforme, con quella grande anima trasla su altre coordinate, distanti ed infinite.
Quella relazione con Morrison, quell’attimo breve ma di una intensità fatale, nel 67, poi nel luglio 1971, Nico fece una telefonata alla residenza parigina di Morrison, anche se non rispose; quando in seguito ha scoperto che il motivo era, forse causa della sua morte,la devastazione.
Vogliamo forse credere che quei 9 minuti di sconfinata tristezza, di spaventosa emotività, forse non celino un amore infinito...
Il lato B dell’album apre alla voce calda e baritonale di Kevin Ayers “ Canto per tutti coloro che sentono che non c'è via d'uscita ma forse se tutti gridate, qualcuno vi sentirà".
Magistrale il lavoro di chitarra di Oldfield ed in particolare, di Ollie Halsall.
L’atmosfera con Ayers diventa inevitabilmente più solare ed anche se io non amo le persone solari, che devo dire adoro Kevin. Adoro quella leggerezza mediterranea che suscita, quel romanticismo sperimentale, quel talento geniale e gentile di trovarsi in mezzo alle donne ed alle rivoluzioni che contavano, dai Wilde Flowers all’avant garde dei Soft Machine e quell’esilio dorato ad Ibiza con David Allen .
Notte di giugno! In quel cielo capovolto si toccava la punta delle stelle
La linfa era champagne che frizzava nell’anima
Avevamo parlato tutta la notte e poi...un bacio sulle nostre labbra
Tremante lì come un piccolo insetto.
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