"C'è un luogo della mia mente che amo nascondere"

Un vulcano spento pronto ad esplodere, un concentrato di rabbia e dolore vissuto a denti stretti e a pugni chiusi, fantasmi chiusi nell'armadio ma che non ti fanno mai dormire, una vita segnata nel cuore e nella mente. Il più inquietante debutto musicale che mi ricordi: facile da pensare, difficile da spiegare, questo omonimo dei Korn è un rantolo soffocato che una volta esploso lascia solo polvere e cenere.

Un urlo disumano che viene trattenuto e controllato a fatica, dall'esasperato "Are You Ready?" stretto tra i denti ed gridato dolorosamente, rabbia che si cerca di tenere sotto controllo per tutta la durata dei dodici brani ma inevitabilmente straborda come dimostrano "Bell Tongue", "Divine", "Predictable" e "Lies" pugni veri e propri allo stomaco ed al viso; smorfie più che canzoni, imprecazioni più che brani...

... Cristo Jonathan cosa ti hanno fatto... calmati ci siamo noi qui... parla, dicci qualcosa...Tutto inutile: non sense, sguardi nel vuoto, inquietudine, si ha freddo anche quandi c'è caldo, si trattiene a fatica stingendo i pantaloni sulle cosce, guardando altrove per non far scorgere gli occhi lucidi dalle lacrime esplodendo parzialmente in rantoli disumani dopo aver provato a spiegarti ("Helmet In The Bush"), e quando scopri che non c'è più nulla che ti possa aiutare allora ti affidi alla preghiera, nell'immortale "Daddy": e nulla sarà più come prima... ripeto: polvere e cenere...

Un capolavoro senza mezzi termini, assume più valore sapendo che dietro c'è un vero dramma umano, per me ha quasi la valenza del concept; l'ossessione nei confronti degli abusi infantili che ha attanagliato vent'anni della vita di Davis, gli scherni subiti e vere e proprie inculate ricevute da chi lo circondava!! "Korn" detta le regole: la sua esplosiva carica rap metal (che amo chiamare Crossover) ed una sezione ritmica da infarto, controllata dalle sette corde di Munky ed Head e completata dall'attitudine schizofrenica di Jonathan Davis, qui semplicemente perfetto, che saprà solo ripetersi nel seguente "Life Is Peachy", per poi "normalizzarsi"; un'album da ascoltare in solitudine per farsi un'esame di coscienza, per sentire come risponde la mente, non servono analisti, scava da solo nell'intimità.

Quando a tirare il carro si hanno un pugno di brani come "Blind", "Shoot & Ladders", "Clown", "Faget" e "Daddy" è facile intuire che il lavoro ha tutti i connotati per entrare nella storia, ma attenzione è un prodotto da usare con cura può ferire e fare subito infezione, brucia ed una volta che passa lascia poco o nulla ... polvere e cenere...

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