Ciao a tutti.

Il 2016 si sta rivelando un anno stranissimo: da un lato i salti verso l'ignoto che sono la Brexit, Donald Trump, la caduta del governo Renzi, dall'altro la musica e il cinema che tornano a percorrere passi già compiuti, con remake su remake di film e con gruppi rock storici che sfornano dischi come negli anni 90: blink 182, green day, sum 41, metallica, good charlotte e adesso persino i Korn. Non manca più nessuno, solo non si vedono i Limp Bizkit.

Eccoli qui i KoЯn, che con The Serenity Of Suffering tornano dopo tanti anni di abominevoli esperimenti dubstep con Skrillex (The path of totality è di 5 anni fa, ma sembra più passato di moda delle parrucche del 700), dischi poco ispirati (come quel Korn III dove sembrano fare il verso ai se stessi di TALITM dove fanno il verso ai se stessi dell'esordio), sperimentazioni poco probabili (come quell'untitled o buona parte di SYOTOS) e dischi semplicemente brutti brutti (The paradigm shift, qualcuno si ricorda una nota di quel disco?).

Va detto che i Korn del 2016 se la cavano. The serenity of suffering è il disco più ascoltabile dai tempi di Take a look in the mirror, che è del 2003, quella che sembra un altra epoca. La formazione è quasi la stessa dell'epoca, ma con David Silveria alla batteria sostituito dal bravo Ray Luzier (che però fa ridere perché fa facce buffissime mentre suona). The serenity of suffering è un disco che suona 100% Korn, ci sono i chitarroni, c'è il basso sferragliante di Fieldy (ma si sente meno che negli anni 90), e soprattutto c'è lui che canta, Jonathan Davis, che canta proprio come ai vecchi tempi, grida incazzato alla grande, se la cava sempre nelle aperture melodiche e si cimenta di nuovo nello scat come vent'anni fa.

Il problema è invece sempre quello: per I korn fare un bel disco significa tornare ai se stessi di vent'anni fa, non ci sono possibilità di esplorare il suond (ci hanno provato ed è finita miseramente), ma non sono nemmeno un gruppo come gli AC/DC capace di ripetersi centomila volte in maniera accettabile. Questa volta è andata bene, ma è stata la prima volta in 10 anni. Dovremmo aspettare il 2025 per avere un nuovo disco ascoltabile dei Korn?

E ve lo vedete Jonathan Davis a 50 e passa anni panzone coi capelli grigi che canta incazzato dei genitori che lo maltrattano e che fa ba da-boom na-da-noom da-nanema come se nulla fosse?

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