Vedendo che di recensioni su Slayer, Black Sabbath, Iron Maiden, Alice in Chains, W.A.S.P. e Fear Factory (gruppi che stimo alla follia) ce ne sono a bizeffe, ho deciso di orientarmi verso band diciamo "sconosciute" e notato che non c'è nulla sui Keel, una valida band heavy metal che non ha mai goduto di una popolarità al pari di band simili come Quiet Riot o Dokken. Ronnie Keel (cantante e fondatore, da cui la formazione prende il nome) è per me un grande, dotato di una voce potente e squillante (o meglio tuonante), uno screamer che non ha nulla in meno di un Rob Halford, di un Bruce Dickinson o di un Bon Scott, in parole povere è un talento sottovalutato che non è stato mai ripagato dignitosamente.
Keel militò agli esordi, con lo shredder Yngwie Malmsteen, negli Steeler (solo omonimi a quelli tedeschi ove suonò Axel Rudi Pell). Uscito dal gruppo, Ronnie partecipa nel 1984 ad un'audizione nei Black Sabbath, i quali persero Ian Gillan (fresco di reunion con i Deep Purple), ma alla fine non venne scelto. Non appena scartato, il nostro Ronnie non si perde in indugi e fonda questa band con i chitarristi Bryan Jay e Marc Ferrari (per chi non lo sapesse, quest'ultimo collaborò con i Pantera dei tempi glam/speed nell'album "Power Metal"), il bassista Kenny Chaisson e il batterista Dwain Miller.
Dall'operosità dei cinque membri (con l'ausilio di sua Maestà Gene Simmons in veste di produttore) scaturisce questo album, "The Right to Rock" nel 1984. Rude, sporco e anticonformista, per il sottoscritto è uno dei migliori prodotti dell'hard & heavy ottantiano. L'omonima "The Right to Rock" e "Electric Love" sono grandi composizioni che danno la dimostrazione che gli AC/DC hanno giovato in una certa maniera al sound del gruppo, ma la perla del disco è "Back to the City", un'autentica sferzata di energia metallica con Ronnie che si incazza come un orso, ovviamente in musica. Oltre al cantante, da sottolineare anche la prestazione di Ferrari, sia per la tecnica strumentale che per il songwriting, un valido sostegno compositivo per il cantante. Altro brano che adoro è "Speed Demon", ove il titolo ci azzecca alla grande con la musica del pezzo. Da menzionare anche "Let's Spend The Night Together", cover dei Rolling Stones in versione più heavy.
In conclusione è un prodotto che piacerà, sicuramente, ai nostalgici del classico metal ottantiano, quello fatto di borchie e giubbini di pelle. E' un vero peccato che Ronnie Keel non sia mai stato trattato con un occhio di riguardo e che attualmente abbia messo da parte l'heavy metal per darsi al country, ma ci ha lasciato un lavoro tutto da scoprire.
Carico i commenti... con calma