Conoscere i Kylesa è stato come ricevere un sampietrino sui denti. Se non si mastica lo sludge, se non si comprendono le mazzate hardcore della band di Savannah (Georgia, Stati Uniti), non si riesce neanche ad assaporare appieno il sound distorto e magmatico che il gruppo ha saputo mettere su fin dall'omonimo esordio, pur con alti e bassi.
La splendida copertina "desertica" apre le porte a quello che è il terzo full lenght del combo: "Time Will Fuse Its Worth" vede la luce nel 2006, sotto la benedizione della label Prosthetic (la stessa che ha scovato un altro gruppo interessante come gli Scale The Summit).
Il 2005 fu l'anno di "To walk a middle course" e rispetto a quel disco, Time will fuse its worth alza il tiro, eleva la potenza. C'è una preponderanza di quel sound "fangoso" ed altamente aggressivo che non era così presente nei lavori passati. Questa rinnovata potenza coincide però anche con delle idee che appaiono un po' ingarbugliate.
Partendo dalle note positive non si può che rimarcare il lavoro svolto dietro il microfono da Laura Pleasants (anche chitarra) che quando viene chiamata in causa si dimostra più importante di quanto non era stata in "To walk a middle course". La sua voce appare più aggressiva e sgraziata, ben amalgamata alla caduta massi di riff che il gruppo sprigiona. Una prima avvisaglia viene fuori con "What becomes an end", dove le chitarre della Pleasants e di Phillip Cope, costruiscono colonne sonore impenetrabili, riproposte anche nella successiva "Hollow severer". E' con le due successive "Where the horizon unfolds" e "Between silence and sound" che la classe del combo viene fuori: la prima inizia con un inaspettato tocco riflessivo per sfociare poi nei soliti riff impastati di magma, così come la seconda che fa della varietà il proprio punto di forza.
Se quindi fino a metà l'album regge il confronto con qualsiasi lavoro passato e anzi sembra addirittura presentarsi come il migliore, nella seconda parte del cd riaffiorano i problemi di una volta: "Intermission" non convince, "Ignore anger" sembra avvitarsi su se stessa senza un preciso punto focale, probabilmente frutto dell'inesperienza. Alla fine dei conti, dopo questa breve (ma intensa) colata fangosa di riff a tratti thrash a tratti sludge, sempre con richiami hardcore, c'è la consapevolezza da parte dell'ascoltatore che sebbene i Kylesa abbiano in Time will fuse its worth immesso tutto il loro coraggio e la loro grande voglia di farsi un nome, non c'è ancora la piena maturità, non c'è ancora il pieno raggiungimento della forza e della classe compositiva che la band riuscirà comunque a guadagnarsi con il proseguo dei lavori.
Non basta soltanto la cattiveria e riff sparati a mille per consegnare alla storia un disco che può essere ricordato come un capolavoro: troppe band odierne si sono aggrappate a questa visione superficiale della musica ed in particolare nell'ambito metal. Oltre alla forza di volontà, oltre l'attitudine da musicista serve soprattutto una nuova freschezza nella produzione di idee. Troppi artisti, troppe realtà si sono avvitate su loro stesse, non proponendo novità. La linea dell'orizzonte del metal globale appare liquida, annacquata da una sensazione di staticità ormai divenuta quasi una prassi per tutti. Purtroppo, anche Time will fuse its worth appare statico.
1. "Intro" (0:35)
2. "What Becomes An End" (4:02)
3. "Hollow Severer" (4:13)
4. "Where The Horizon Unfolds" (4:53)
5. "Between Silence And Sound" (6:18)
6. "Intermission" (2:01)
7. "Identity Defined" (3:21)
8. "Ignore Anger" (5:17)
9. "The Warning" (6:26)
10. "Outro" (2:23)
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