L’epopea del glorioso prog italiano non smette di affascinare e influenzare numerosi gruppi: nomi oscuri come Museo Rosenbach, Il Balletto di Bronzo, Metamorfosi, Alphataurus, Pholas Dactylus, Un Biglietto per l’Inferno sono diventati oggetto di un vero e proprio culto. Basta ascoltare La Maschera di Cera, Il Segno del Comando, Il Tempio delle Clessidre, La Coscienza di Zeno per rendersi conto come l’eredita’ spirituale di quel leggedanrio periodo non sia andata per fortuna dispersa. Etichette come la fondamentale Mellow Records hanno contribuito in passato a rinverdire questi fasti con ristampe e nuove proposte. Oltre alla citata Mellow non bisogna pero’ dimenticare la mitica Black Widow di Genova che, in tutti questi anni, continua imperterrita nella sua sacra missione di portare il verbo progressivo lungo la penisola.

Ora e’ la volta di La fabbrica dell’assoluto, gruppo romano autore di un pregevole concept intitolato “1984: L’ultimo uomo d’Europa” e ispirato al capolavoro di George Orwell. La copertina e’ del pittore Cesare Modesto. formazione vede Claudio Cassio alla voce, Daniele Fuligni alle tastiere (molto vast oil parco strumenti di cui dispone fra cui Mellotron, Hammond, Minimoog, pianoforte), Marco Pilono al basso, Michele Ricciardi alla batteria e Daniele Sopranza alla chitarra elettrica. C’e’ anche Pino Ballarini del Rovescio della Medaglia ospite alla voce in una traccia – ‘La canzone del Castagno” - a confermare il legame indissolubile con il prog italico. Dopo un inizio atmosferico e inquietante con voci campionate veniamo immersi in un “viaggio” a ritroso nel tempo in cui rivivono le antiche gesta dei cavalieri della stagione progressiva italiana: ecco quindi riapparire il fantasma del Balletto di Bronzo in “I due minuti dell’odio”. Dopo la commovente “4 aprile 1984”e’ la volta di “Chi controlla il Passato controlla il Futuro. Chi controlla il Presente controlla il Passato”, traccia aggressiva e hard con chiari riferimenti al Rovescio della Medaglia. I brevi brani si susseguono senza interruzione: cosi’ dopo l’epica “O’Brien” e la sperimentale “Bipensiero” possiamo ascoltare “La ballata del proletario”, con le tastiere in grande evidenza, e la dirompente “L’occhio del Teleschermo”. Non poteva poi mancare, come in tutti gli album prog che si rispettino, la suite ovvero “Processo di omologazione” divisa in 4 articolate sezioni. In “La Canzone del Castagno”,c ome si diceva, c’e’ Pino Ballarini alla voce. La conclusiva “Amava il Grande Freatello” chiude il cerchio riallacciandosi alla traccia iniziale con rumori e voci campionate. In definitiva ci troviamo a un ottimo disco che riesce, rispetto ad altri tentavi simili, a non essere impersonale e riesce a catturare lo spirito e le atmosfere dell’epoca.

Elenco e tracce

01   Chi controlla il passato controlla il presente. Chi controlla il presente controlla il passato (02:28)

02   La stanza 101 (06:28)

03   Giulia (03:47)

04   Bispensiero (03:29)

05   La canzone del castagno (04:21)

06   Processo di omologazione: Il risveglio / La tortura / 2+2=5 (12:35)

07   La ballata dei Prolet (02:38)

08   L'occhio del teleschermo (03:07)

09   Lo sguardo nel quadro (02:14)

10   4 aprile 1984 (01:58)

11   I due minuti dell'odio (02:49)

12   Amava il Grande Fratello (06:37)

13   O'Brien (02:33)

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