Il quinto album della Maschera di Cera si presenta ambizioso già a partire dal concept: "Le porte del Domani", nelle intenzioni di Fabio Zuffanti, è il sequel del celebre "Felona e Sorona" delle Orme, di cui propone un finale alternativo. L’operazione è stata accolta con incomprensibile scetticismo da parte di qualcuno della vecchia guardia del prog italico: purtroppo questa è una conferma della mentalita ristretta e autoreferenziale di parte dell’ambiente che si dimostra molto chiuso. Dopo "Petali di fuco", album che si avvicinava alla forma canzone, ero curioso di vede quale sarebbe stata l’evoluzione dei genovesi. L’album prosegue nel solco di quanto la Maschera di Cera ha fatto nel corso degli anni ovvero recuperare e riproporre i gloriosi suoni del prog italiano degli anni ’70 (un’idea che venne per prima al Segno del Comando): fra i gruppi che hanno deciso di percorrere questa strada – fra cui ricordo gli ottimi Il Tempio delle Clessidre e Il Bacio della Medusa - il gruppo di Zuffanti e stato indubbiamente fra i piu convincenti e continui.

"Le porte del Domani", pur essendo un omaggio a "Felona e Sorona" fin dalla splendida copertina, surreale e evocativa disegnata dal pittore Lanfranco (lo stesso che fece il disegno per le Orme) non è in realta una rilettura pedissequa dell’originale anche se non mancano delle citazioni. I riferimenti musicali spaziano fra mitici gruppi come Museo Rosenbach, Alphataurus, Balletto di Bronzo, Delirium, ecc. L’album si apre con Ritorno dal nulla ("Felona e Sorona" si chiudeva con Ritorno al nulla), traccia articolata e con un mood oscuro introdotta dal basso pulsante di Zuffanti con il flauto e le tastiere in evidenza. Delle tastiere spaziali e cosmiche (quasi kraut-rock) introducono Ritratto di lui, altro ottimo brano. L’album (composto da 9 tracce) mantiene un respiro metafisico sia nei testi che melle musiche e scorre fluido come una suite con protagonista anche il sax del leggendario Martin Grice dei Delirium come in L’enorme abisso, traccia concitata à la Van Der Graaf Generator. In Luce sui due mondi sono protagoniste le chitarre acustiche e un flauto à la Jethro Tull con Corvaglia che si conferma indubbiamente una delle voci migliori e personali del new prog italiano. Chiude questo viaggio alla ricerca dei segreti e dei misteri del prog italiano la dirompente Alle porte del domani.

Chi ha amato La Maschera di Cera non potrà che emozionarsi e godere per "Le porte del Domani". Credo che la scelta di non aver snaturato le coordinate del progetto si sia rivelata vincente. Il disco esce anche in versione inglese - "The Gates of Tomorrow" - con un missaggio differente.

Elenco e tracce

01   Ritorno Dal Nulla (08:40)

02   La Guerra Dei Mille Anni (04:30)

03   Ritratto Di Lui (02:50)

04   L'Enormo Abisso (05:46)

05   Ritratto Di Lei (04:49)

06   Viaggio Metafisico (03:44)

07   Alba Nel Tempio (04:24)

08   Luce Sui Due Mondi (05:11)

09   Alle Porte Del Domani (05:21)

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