Con questo caldo ci vuole proprio qualcosa che ti spinga a chiudere le imposte e ad ascoltare note dal sapore autunnale.

Detto,fatto! Eccomi a recensire "La Vanità del Sangue", unica demo registrata dai nostrani Lacrime Di Cera, formazione darkwave anni '90 che riscosse un certo successo nell'underground di quei bei tempi. Poi, ormai potete immaginarlo anche voi, il nulla.

Beh, ora che le tristi note vengono snocciolate dalle casse dello stereo, mi rendo conto ancora una volta di quanto questa nera creatura avrebbe potuto fare scintille e inserirsi, meritatamente, nel novero delle gothic band italiche.

Ma la storia non si fa con i "se" e i con "ma". La storia, spesso, non ha pietà per i validi talenti e per le per proposte interessanti. Andate a leggervi alcune mie recensioni per capire meglio simili dinamiche.

Non tragga in inganno il nome del gruppo: non è gotico per ragazzine o esistenzialisti da cameretta. No, qui c'è sofferenza e mal di vivere autentico.

Influenze? Joy Division, senz'altro, ma anche primi Cure, Christhian Death, Virign Prunes e qualche richiamo alla wave italiana dei tempi d'oro.

La registrazione amatoriale conferisce un non so che di "genuino" alla proposta e, sicuramente, rende la voce del cantante ancora più distante e sfocata di come suonerebbe su LP.

Vi elenco brani quali l'iniziale "Cenere", la title track, "Senso di Vuoto" e "Orrore e Piacere". Perle lugubri cantate in lingua madre. Ossessive litanie per anime che attendono con ansia l'arrivo della notte e del silenzio.

Ragazzi: se siete in ascolto vi chiedo solo una cosa. Ritornate e donateci altra musica.

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