Pensare a quanta musica, in questo preciso momento, è presente sulla faccia della terra, e a quanta ne è stata presente negli anni precedenti e a quanta ne sarà presente ancora, può essere seriamente e pericolosamente deteriorante per l’equilibrio psicofisico dell’ascoltatore (e del debrecensore) medio.
È infatti pressoché impossibile conoscere approfonditamente almeno una percentuale non irrisoria di tutto ciò ch’è suonabile ed ascoltabile e si rende quindi fortemente necessaria la presenza di qualcosa, o qualcuno, che faccia sì che la follia derivante da questa indeterminatezza venga, in qualche modo, diluita o, meglio, debellata almeno per un certo arco di tempo. È bene, quindi, con gli anni, collezionare e catalogare in gran segreto tutta una serie di gruppi o di album che nel loro essere totalmente sfuggevoli e difficilmente reperibili aiutano noi tutti, poveri ascoltatori, a fuggire la follia e le insicurezze che, per natura, ci attanagliano.
Insomma, non è una questione di “chi ne sa di più”, si tratta piuttosto di conservazione della specie.
Ecco, da questo punto di vista avere scoperto, casualmente, questo misterioso gruppo finlandese dedito al più delirante Surf Rock strumentale anni sessanta è stato maledettamente salvifico. Perché per quarantatrè minuti si è davvero il più grande scopritore di mini capolavori dell’ombra, di meravigliose perle sconosciute ai più, un infallibile scandagliatore dell’indefinito. Per un po’ di tempo puoi parlarne a tutti quelli che conosci e sentirti soddisfatto e cullato dalle loro frasi di circostanza e dal tuo ruolo primario, in quest’occasione, nel gioco/sfida della condivisione. Poi, in realtà, aldilà di tutto, “The Amazing Colossal Band” è davvero un gran bel disco, e mettersi ad analizzare minuziosamente ogni singola traccia, dicendo, ad esempio, che i synth di “Delayrium” sono quanto di più epico e saltellabile ci sia o che “Cafè Equator” è il twist del futuro (“Music from beyond tomorrow” recita la scritta in copertina), e che son certo che se in un qualche pianeta alieno ballassero lo farebbero esattamente su quest’album, sembrerebbe forzato e fuori luogo.
“The Amazing Colossal Band” dei Laika & the Cosmonauts è, quindi, uno dei tanti tesori che aspettano silenziosamente di farsi scoprire e di salvarci, per qualche minuto, dalle ansie tipiche del tipico musicofago e noi, giustamente, glielo lasciamo fare.
E, mi raccomando, non ditelo a nessuno. (NO, NON E’ VERO, DITELO A TUTTI!!)
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