Secondo album di Lana rilasciato nel 2021.
Tuttavia, la sua urgenza comunicativa non ha intaccato il suo perenne stato di grazia. L'evoluzione della sua musica, parallella a quella del suo personaggio, prosegue senza intoppi, come se dalla sua prima canzone a questa sua ultima opera stessimo leggendo un romanzo.Parlare di romanzo non è casuale, perché se accostiamo i testi delle sue canzoni notiamo una fitta rete di rimandi e citazioni, che si intrecciano su una coerente evoluzione del personaggio Lana, il quale permea tutti i testi.
Il passaggio dai tempi foschi e pruriginosi delle corse in macchina, con sugar daddies cocainomani ,sono sfumati lentamente nelle torride solutidini da viale del tramonto, prima di prendere la strada del Laurel Canyon e dell'aperta campagna, dove ora pare essersi ritirata Lana.La sensazione che si avverte ascoltando quest'album è quella di un cerchio che si chiude. Mai come prima la sua personalità emerge al di sopra della maschera mettendosi a nudo e tirando le somme sul proprio presente e passato. Anche musicalmente, dal momento che gli arrangiamenti dei brani sono spesso essenziali, sorretti soltanto dalle note del pianoforte.
Fra questi ricordiamo i brani più sentiti e personali dell'album, da "Violets for Roses", "Beautiful", fino a "Cherry Blossom" e "Sweet Carolina" in chiusura, sorta di dialoghi con la Del Rey bambina. Da non dimenticare la sorprendente "Wildflower Wildfire", che col suo pianoforte sbilenco e asimmetrico regala scorci inediti sul passato della cantante e i suoi trascorsi familiari, o il singolo Arcadia, rarefatto e sognante.
In altri brani invece recuperiamo sonorità più tipiche dei primi album, soprattutto a livello di beat spezzati e rallentati, come l'introduttiva "Text Book", dove Lana non si pone problemi a nominare il complesso di Elettra che sorregge gran parte della sua produzione degli albori, o "Black Bathing Suit".Altrove invece fanno nuovamente capolino le sonorità seventies degli ultimi album, come nell'urlata e graffiante "Dealer", che inizialmente sarebbe dovuta comparire in "Chemtrails Over the Countryclub", o nella splendida e levigata melodia di "Thunder".
Questo mischiare sonorità vecchie e nuove à dato anche dal recupero di brani rimasti a decantare negli anni, debitamente rimaneggiati e attualizzati. Il risultato finale rimane comunque un fluire coerente nella sua diversità, in linea con l'obiettivo dell'album, che è quello di tracciare una linea e riassumere circa 10 anni di avventure musicali e personali.
Difficile ipotizzare come queste avventure potrebbero proseguire, dato il sapore di compiutezza che ci rimane in bocca al termine dell'ascolto e il desiderio via via più forte di Lana di isolarsi, trovando pace e serenità in un'esistenza rurale e raccolta che traspare sempre di più dalle immagini dei suoi video, come quello che accompagna la title track . Una vita fatta di piccole cose e di amicizie, in cui la musica emerge come un tentativo quasi terapeutico di compensare mancanze affettive e dare vita ai sogni.
Ma se questi sogni un giorno diventassero realtà, avrebbe ancora senso comporre musica?

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