I genovesi Latte e Miele sono un gruppo prog italiano degli anni ’70, noti per il loro “Passio Secundum Mattheum” del 1972, un classico tentativo di coniugare i testi del Vangelo con la musica di Bach. A suo modo, pur con i suoi difetti, è un disco ancora oggi storico. Probabilmente meglio fece “Papillon” dell’anno successivo. In ogni caso il gruppo si riformò nel 2008: il risultato sono stati il disco “Marco Polo (Sogni e Viaggi)” del 2009 e la rivisitazione, con un grande numero di ospiti, della “Passio Sucundum Mattheum” nel 2014. Ora si è ricostituita una nuova formazione (senza i membri fondatori Giancarlo Dellacasa e Alfio Vitanza) denominata LatteMiele 2.0 che vede la presenza di Massimo Gori (basso, chitarra, voce) e Luciano Poltini (tastiere) che avevano suonato nel terzo disco “Aquile e scoiattoli” del 1978. Si tratta, nella gloriosa tradizione progressive, di un concept dedicato alla figura di Niccolò Paganini, celeberrimo e diabolico violinista, sorta di rock star ante litteram. Nel gruppo troviamo anche la brava violinista Elena Aiello e Marco Biggi alla batteria. La bella copertina è opera di Gino Andrea Carosini (cultore di progressive ma anche di letteratura weird) e di Marco “Mostro” Mastroianni. Davero raffinati anche i disegni interni che possiamo ammirare nel booklet. Musicalmente “Paganini Experience” si pone nel solco di un prog sinfonico debitore della lezione degli ELP. Nella traccia iniziale “Inno” troviamo un vero e proprio omaggio a Keith Emerson con una citazione prolungata di “The Endless Enigma” (da “Trilogy”). Tutte le tracce successive seguono cronologicamente lo svolgersi della vita di Paganini partendo dalla sua infanzia con “Via del colle”. Anche in “L’ora delle Tenebre” troviamo chiari riferimenti ad ELP (“Tarkus”). “Cantabile” è invece un intermezzo al violino. In “Porto di notte” è molto in evidenza una chitarra alla “Santana”. “Danza di luce” è il pezzo forte del disco, una minisuite che contiene variazioni sul capriccio n. 24 di Paganini e che si avvale dela partecipazione di Aldo De Scalzi (durante l’ascolto mi è venuto in mente “Concerto Grosso” dei New Trolls!). “Angel” è poi una cover di Jimi Hendrix, musicista accostato da qualcuno proprio a Paganini. Chiude “Cantabile” incentrata sempre sul violino di Elena Aiello. “Paganini Experience” non è male (anche se, per i miei gusti, suona troppo pop in alcuni momenti) e merita sicuramente di essere ascoltato.

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