Nel 2004, a sette anni dalla morte di questa straordinaria cantautrice, viene rilasciato dalla Columbia un live (quasi) completamente inedito, testimonianza in presa diretta di un concerto, lei con il solo piano, tenutosi nel maggio 1971 al Fillmore East, dove la Nyro, che aveva già calcato quel palco con Jackson Browne, sua fiamma per qualche tempo, incantò i presenti (la capienza massima del F.E., che chiuse poco dopo, era di 2600 persone) per oltre un'ora.

Laura Nyro aveva 23 anni all'epoca di questo concerto ed è incredibile la maturità, della voce, potente ed espressiva, della tecnica  pianistica (pur non sapendo leggere la musica), dell'arte compositiva di una ragazza che già aveva consegnato tre album alla storia della musica mondiale e che avrebbe influenzato generazioni di songwriter (donne, Joni Mitchell, Rickie Lee Jones, e non, Todd Rundgren,...) e che forse presentiva il declino, anche se decoroso, che la aspettava nei decenni a venire.

L'album inizia con un inedito, "American Dove" che sembra essere un inno antimilitaristico, dall'ampia risonanza melodica, e sfoggia una voce limpida e potente. Vengono visitati classici di Carole King ("Natural Woman", "Up On The Roof", già inserito nel preoccupatamente assorto "Christmas And The Beads Of Sweat") resi con partecipata emozione, di Marvin Gaye ("Dancing In The Street", "Ain't Nothing Like The Real Thing", "Ooh Child") in chiave pianistica blue-eyed soul al posto dell'energico funky degli originali e Bacharach ("Walk On By" ) in una versione di  magistrale intensità. Frequenti sono i medley tra canzoni sue e non sue e questi sono riusciti, naturali, senza forzature.

Nell'ascolto si incontrano pezzi sgargianti, euforici come "Lu", "Timer", e riflessivi come la delicata e lunga "Mother Earth" (al cui inizio si coglie un guizzo di sarcasmo della Nyro, in contrasto con la purezza degli accordi e dei vocalizzi nella canzone), il virtuosismo misterico di "Map To The Treasure", lo sguardo attento sulla società in "Christmas In My Soul" e "Save The Country" e infine la malinconia lancinante dell'allora inedito "I Am The Blues".

"Spread Your Wings And Fly" è un imperdibile live di Laura Nyro, spoglia sia degli arrangiamenti da big band di Broadway di "Eli And The Thirteenth Confession" sia della cupa, ma bellissima malinconia di "New York Tendaberry", in stato di assorta grazia al culmine della sua carriera.

Carico i commenti... con calma