"MANIFESTO A DIFESA DEL SACRO DIRITTO ALLA MEDIOCRITA'".
Addì 13 febbraio 2006,
Oggi vede alla luce il 1° manifesto a difesa del Sacro Diritto alla Mediocrità da parte di un ampio nutrito numero di artisti italiani seriamente preoccupati della brutta piega che potrebbe prendere la Musica Italiana nei prossimi anni avvenire.
Con tale manifesto, infatti, intendiamo far rivalere il sacro santo diritto alla pubblicazioni di opere musicali con: A) poco spessore, B) scarsa qualità e C)bassa attitudine all'originalità.
OHH LLA'... quando ce vò ce vò.
Questo perché anche i cittadini dei ranghi "inferiori" o le persone comunemente definite ignoranti o sempliciotte, insomma "il nostro pubblico" che tanto ci adora, àbbiano appieno il diritto di ascoltarsi/ci la "loro" musica in santa pace, da cantare sotto la doccia o da mettersi in cuffia quando vanno a prendere il pane in bicicletta dalla siùra Mariuccia, senza sentirsi sempre in colpa per non sapere chi sono i Calla, Stephen Malkmus o i Godspeeed You Black Emperor.
Ecchiso? quelli? Son meglio di noi? Vanno su Emtivi? E allora?
Intendiamo pertanto introdurre le seguenti regolette che dovrebbero essere altresì condivise (magari passate al vaglio della Camera o del Senato o anche vagliate e basta) e accettate da chi intende fare musica in Italia e possibilmente camparci alla grande, come del resto facciamo noi da anni, chiusa parentesi:
1. Abolire il concetto di bellezza legata alla qualità intrinseca delle canzoni: le canzoni sono belle se uno canticchia il ritornello dopo che l'ha ascoltata 1 o 2 volte massimo massimo, il resto sono pippe o roba da premio Tenco.
2. Togliere ogni riferimento a profondità o spessore letterario legato ai testi: i testi devono parlare, in ordine di importanza, di: Amore-Odio, amicizia-nemicizia, occasioni-rimpianti, tradimenti, il calcio e poco altro. Mica tanti cazzi che poi di più mica ce n'è da raccontare...
3. Reintrodurre la tanto cara metrica in rima baciata per evitare complicazioni nello scrivere i testi, ecchecazzo, che poi ci tocca perdere minuti preziosi che io tempo non ne ho e manco il mio paroliere. Se no ce li scrivete voi, ce li mandate e famo prima.
4. I titoli delle canzoni meglio se sono corti e facili da capire (devo pure spiegarlo? Tutti ricordano "Volare-oo" e quasi nessuno "Solo una sana inconsolabile libidine salta il giovane che è lo stess ed è l'azio..." va beh, ci siamo capiti... quella di Zucchero)
5. In generale vorremo sopprimere tutto quello che esce dal già sentito e masticato per bene, quello che nei testi usa parole strane, esempio "abnegazione", "caleidoscopio", "deontologia", "reiterazione", insomma, parole che inducono a un minimo sforzo psico-celebrale o, peggio, alla paura di sentirsi deficitari nei confronti di qualcuno che potrebbe invece capire. Okay, questa è difficile e poi la tagliamo...
6. Sempre benvenute parole facili e radicalmente inserite nel lessico corrente: BENE parole come "amore" (con tutte le rime accostabili tipo "batticuore", "cuore", "dolore", "poche ore" etc.), "io e te" e varianti, "malinconia" e derivati - ASSOLUTAMENTE vietate "fetore", "livore", "prosopopea" e altre x i motivi esposti prima.
7. Mantenere il più possibile gli accordi in giro di Do o giro di RE che danno tanta gioia e orecchiabilità, senza possibilità di dare troppo attenzione alla musica che è l'ultimo dei nostri problemi. Se no, idem al punto 3 e famo prima!
8. Dovrebbero essere banditi accordi in Mi7 o Sol Diesis Minore e tutti gli accordi minori o semi toni che intristiscono le canzoni dandogli quella patina di malinconia che piace tanto a certi ascoltatori debosciati e nichilisti, molto spesso comunisti o frichettoni amanti del Prog anni 70 o della musica brasiliana (puah!) o quella che piace ai postini (il "post-rock" giusto? Che c'è, vi fa ridere?! Va beh, andiamo avanti...).
9. Più l'andamento del brano è gioioso, banale e soprattutto già sentito e meno rogne si hanno con certi ascoltatori che potrebbero fare domande inopportune e strane e costringerci soprattutto a dare risposte sensate. Della serie: pijateve quello che passa il convento e nun rompete!
10. Vivamente consigliato l'uso di chitarre o sax che ripetono l'aria del ritornello (senza voce) e chiudono la canzone allungandolo di almeno 30 secondi e più, meglio se con vocalizzi o le ultime parole ripetute ad libitum tipo Giorgia... ops! intendevo "fino alla fine del brano".
11. Va da sé che sono banditi da fare il mestiere di "Cantante Italiano": gente brutta, sfigati sessantottini, artisti veri o gente che non ha il look vincente e fico (astenersi bravi musicisti che i giri delle Major sono blindatissimi, gli altri...pure!)
12. Ultimo punto: evitate di intraprendere questo mestiere se non siete FIGLI DI..., se non vi manda XYZ o paparino non vi butta sul piatto 50 mila euro tanto pe'giocà.
13. A sintesi di tutto ciò consiglio caldamente il mio disco "Resta in ascolto" ultima mia fatica di studio e vero bignami dei punti sopra elencati.
Con questo Manifesto di intenti vogliamo sottolineare al prossimo governo che verrà, destra e sinistra poco importa, l'importanza di dare il giusto valore alla musica italiana nel mondo, per farla crescere e moltiplicare, senza troppe menate che tanto basta camparci ancora una decina d' anni e poi, sti cazzi e chi s'è visto s'è visto...
Evviva l'Italia, viva la Musica Italiana e viva pure gli italiani!!
(Mino, fermati? NINO NOO ? Mino... ragazzi, gli volete tappare la bocca?!... RAGAZZIII, non fatelo can... MINOOOOOOOOOO!!!!!)
L. Pausini
Il comitato di base: Ricchi e Poveri, Toto Cotugno, Pupo, Matia Bazar, Iva Zanicchi, Albano e tutta la cricca di afficionados che ognuno di voi bene o male conosce pur facendo finta di no.
Carico i commenti... con calma