C’è già qualcosa su questo disco del 2004, in loco.
Ma leggere quel che vi è già risulta una perdita di tempo, quantomeno, tra poche e prudenziali prese di distanza o di apprezzamento mischiate a un diluvio di scatenamenti di poveracci postcompulsivi, aspiranti spiritosi, populisti trancianti. Così mi ci metto io, a informar qualcuno e rinfrescare la memoria a molti.
Laura non emoziona molto, indubbiamente. A causa delle premesse, degli scopi, dell’impostazione del suo lavoro, del suo mestiere.
Ma è in buona compagnia… Non la distinguo affatto da esseri come Madonna, Beyoncé, Boccelli, Shakira, Lopez. E’ il pop fine a se stesso, cioè diretto all’estasi delle masse non smaliziate; confezionato da professionisti, levigato ad arte su quello che “la gente vuole” (che è l’antitesi dell’arte, certo).
Dotata di buona e potente voce - ma in Italia c’è di meglio - i suoi produttori (che invariabilmente sono stati, e sono, pure i suoi uomini) sono riusciti a circondarla, a vestirla di un involucro assolutamente professionale, decisamente appoggiato a risorse estere, per essere ancor più convincente e “internazionale”. La musica di questo disco risuona impeccabilmente, la voce pure.
E così lei ha sfondato nel mondo o meglio, e a ben vedere, nei paesi ispanici; che quelli anglosassoni insomma, assai di meno. Quest’album? Più di cinque milioni di pezzi smerciati.
Quest’album che, rispetto all’andazzo medio suo, risulta un tantino meno italico e più anglosassone, più… ehm, rock. Il brano d’esordio “La prospettiva di me” è nientemeno che un numero AOR, rock melodico ruffiano, vacuamente intenso.
Il mio brano preferito è “Vivimi”, quello con cui ci perseguita sovente in pubblicità televisiva, aggirandosi sorridente fra cucine e tinelli del suo sponsor pesarese. E’ una ballata con un bello slancio, un crescendo a due stadi: il primo nel ponte (il passaggio più riuscito), il secondo nel ritornello. Tutta farina del sacco di Biagio Antonacci, ma che lei indubbiamente valorizza… Cantata da Biagio è altra cosa, minore.
Arrivare alla undicesima ed ultima canzone dell’album non è semplicissimo, ci si stufa prima, ma questo mi succede anche con gli Ac-Dc o con Leonard Cohen. Ma le faccio i complimenti, si è organizzata benissimo, lei o chi per lei imposta e decide la sua carriera.
Dopo questo esercizio di larghe vedute e riflessiva e serena obiettività, vado a spararmi in cuffia un doppio dal vivo dei Foghat, con quell’autentico animale della chitarra slide che era l’amato Rod Price. C’è un tempo per la giacca e cravatta ed uno per la canottiera sudata.
Elenco tracce testi e video
03 Escucha atento (03:29)
Hoy volví a pensar en ti
Hace siglos que
No te llamo ni tú a mí...
Suele suceder
A nadie más dije amor, a nadie... A nadie
Desde entonces ninguno encontré
Que se parezca a ti
Que se parezca a mí... Por dentro
Escucha atento el mensaje que es para ti,
Dime si estás ahí
Que yo te conozco y sé que no vas a tener
Alternativa a mí lo sé... Lo sé
Porque... Lo sé.
Te diría una mentira... Mía
Si dijese que
No he tenido compañías
Ni rocé otra piel
Busqué en cada boca encontrar tu nombre... Tu nombre
Esperé demasiado y al fin
Ya te borré de mí
Ya me alejé de ti lo sabes
Escucha atento el mensaje que mando aquí
Dime si estás ahí
Que yo te conozco y mi puesto no es junto a ti
Sé depender de mí
Añorarás
Cosas de mí
Que ya nunca más tendrás
Escucha atento no vas a tener
Alternativa a mí lo sé... Lo sé
Alternativa a mí lo sé
Hoy volví a pensar en ti
Suele suceder
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Altre recensioni
Di The Punisher
"MANIFESTO A DIFESA DEL SACRO DIRITTO ALLA MEDIOCRITÀ"
Le canzoni sono belle se uno canticchia il ritornello dopo che l'ha ascoltata 1 o 2 volte massimo massimo, il resto sono pippe o roba da premio Tenco.