Avevo bisogno di una sana pellicola, leggera, breve, senza troppe pretese e spensierata dopo due cinema deludenti ben oltre ogni più nefasta previsione e che mi avevano riempito di amaro disappunto. Sentivo la necessità, quindi, di sciacquarmi la bocca. Un po’ come quando, dopo un vino che inaspettatamente sà di tappo, trangugi un gallone d’acqua prima di aprire un nuova bottiglia. Un po’ come quando il computer si inceppa e dopo qualche santo tirato in ballo fai Jonathan Edwards sulla tastiera del pc con indici e medio.
“Se è una femmina la butto nel secchio”. Un disco rotto che per 4 mesi ha tormentato mia madre con il pancione. Se lo sfoglio distrattamente, passando agile gli anni e le capitali che ho visitato, con salti di due o tre pagine, mi fermo comunque sempre allo stesso punto. E mi ritrovo a guardare quella foto là: mi perdo nel suo sguardo nel quale si palesa tutto l’odio e la gelosia fraterna per il sasso biondino che è caduto nel tranquillo lago della sua esistenza. Quella di mio fratello ovviamente.
Dopo “Welcome” vi porto ancora una volta a fare due passi in Francia per tessere tiepide e sentite lodi nei confronti di Laurent Tirard e della sua ultima opera: la commedia “Il piccolo Nicolas e i suoi genitori”.
Ammiccanti e stereotipati (secchione-spione, lardoso-pattumiera, sportivo-deficiente e paperone-cagasoldi) compagni di classe accompagnano il nostro piccolo eroe Nicolas in un’odissea dai contorni fiabeschi nella quale si combatte senza regole contro il pargolo in arrivo.
Piace il ritmo veloce con il quale le scene si alternano, l’umorismo satirico con il quale viene fotografata l’inettitudine e stupidità del mondo adulto. E’ il tripudio della fantasia infantile, dell’immaginazione che deforma la fin troppo grigia e prevedibile realtà quotidiana. Certe volte la sceneggiatura esagera e forse un paio di colpetti al freno non avrebbero guastato al tutto, specie nel finale, ma in definitiva è una buona commedia dai contorni quasi fumettistici ed irreali appropriata per iniziare il week end e che, dopo mirabolanti peripezie, finisce con grande esibizione di 32 denti per tutti.
Ma, caro Nicolas, in fin dei conti che cazzo ti ridi? Puoi anche convincerti che non sia così ma siamo noi, gli ultimi arrivati, i veri cocchi di mamma.
Ilfreddo
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