Vasco Brondi lo si aspettava da tanto qui in Calabria. Due concerti annullati quest'estate (a Crotone e a San Nicola Arcella), nel periodo in cui iniziava ad esplodere, poi in mezzo il Premio Tenco, apparizioni televisive, premi e riconoscimenti vari. Lo si attendeva molto, almeno in quella nicchia solida di amanti delle sue canzoni, di quelli che si ci ritrovavano nei suoi testi, di chi li urlava a squarciagola, di chi li aveva così assimilati da renderli propri.
Il 28 Dicembre a Rende fa un freddo cane, qualche ora prima girando tra i palazzi abitati dai fuorisede, tra fioche luci al neon e lampeggianti accesi scorgiamo quell'atmosfera di provincia urbana che Vasco narra e urla, ci entra sottopelle guardando cave dove stanno edificando palazzi nuovi bar chiusi alle 9 di sera le panchine del parco abitate solo da qualche tossico...
Alle 11 Canali sale sul palco e inizia ad accordare la chitarra, Vasco lo segue subito dopo... il locale è pieno, il 90% sono studenti universitari, si parte con "Lacrimogeni", le urla avanzano "portami a bere dalle pozzanghere" si grida in coro, Canali allunga le code delle canzoni con la sua acustica, le spreme le dilata, "Produzioni seriali di cieli stellati" con un bellissimo inserto quasi shoegaze, "Piromani" smuove coscenze prende coraggio strofa dopo strofa "trasformiamo questa città in un'altra cazzo di città", poi tutte gli altri brani inframezzati dai reading di Vasco, morsi dal blog e dal libro, narrazione da brividi e chitarra sempre più maltrattata, Canali canta "100.000" e "Se viene il lupo", tra una strofa e l'altra Vasco ci mette i suoi racconti e la sua elettrica che si concede anche un assolo, grida che arrivano dentro al cuore ed emozionano non poco.. e cosa racconteremo ai figli che non avremo di questi cazzo di anni zero... racconteremo dei chilometri fatti a piedi dopo il concerto, dei grattacieli in pieno centro, dei bar ancora vuoti, di chi cerca riparo in una spada riempita male e di chi muore al lavoro, delle gru addobate a festa, delle mille luci che colorano la nebbia che scende, delle nostre città interiori bombardate che non firmano mai un accordo di pace.. racconteremo tutto questo... e non ci perderemo mai....
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