Ero uscito da casa per farmi un giro in città. Mentre camminavo, ho trovato lungo un marciapiede una persona, pensavo fosse un zingaro. Appena mi vide, scoppiò a piangere. Era un anzianotto eremita, che piangeva e mi implorava di aiutarlo. Mi sedetti, lo calmai ed egli mi spiegò che la sua casetta era distrutta. Con sé aveva solo una fascina di legna, e nulla di più. Mi fece pietà. Non potevo starmene con le mani in mano. Allora pensai di aiutarlo a costruire una dimora dignitosa. Dopo molto molto tempo finimmo, così lo salutai. Stavo per lasciare il viottolo quando all'improvviso mi fermò. Egli mi voleva dare una ricompensa, ed io accettai. Dalla forma sembrava un disco, ed infatti lo era. Allora tornai a casa, accesi il giradischi e come per magia, prima di mettere il disco, sentii udire "hey, hey, mama, said the way you move, gonna make you sweat, gonna make you groove".

È in questo modo che ha inizio il leggendario, epico, "IV", con una delle migliori fantasticherie del dirigibile, "Black dog". Il titolo di questa canzone è dovuto al fatto che durante le registrazioni, negli studi di Headley Grange, c'era un cagnolino nero (dalla posizione assomigliava all'eremita!!). È così che la canzone si lancia per oltre 4 minuti su un'equilibrato tessuto musicale e allo stesso tempo potente. Nella canzone successiva,"Rock and Roll",troviamo come ospite Ian Stewart, collaboratore dei Rolling Stones, al piano. Il brano è un allegro e pirotecnico rock & roll, come dice il titolo, caratterizzato dalla voce riverberata di Plant e dall'infuocata chitarra di James Patrick. Uno,due,tre, e tutto quanto fa storia. "The battle of evermore" è una splendida ballata in cui troviamo ospite Sandy Denny, dei Fairport convention. Il brano ha un arrangiamento affascinante e dolce, e sicuramente contribuisce a rendere questo brano una pietra miliare.
Rimasi stupito quando misi "Stairway to Heaven":all'improvviso, quando suonò la prima volta, mi addormentai e sognavo di essere l'eremita che avevo incontrato. Il mondo in cui vivevo era fatto di favole, di uccelli che cantavano allegramente, di pifferai e altro ancora. Forse altri brani (come Achilles Last Stand) saranno più riusciti, ma questa splendida canzone conserva una magia tutta sua.

All'improvviso, quando un uccello sta per finire, mi risveglio e mi ritrovo nella stanca realtà in cui vivo, e penso: "l'eremita,beato lui". Con grande tristezza ascolto la traccia successiva, "Misty Mountain Hop", che mi rimette subito di allegro umore per la melodia spensierata e allegra. "Four Sticks" spicca per la complicata ritmica e per la voce di Plant (mai così acuta lungo tutto il disco) e, soprattutto, per le tastiere di Jones. "Going to California" parla della donna ideale che ognuno vorrebbe avere,costruito su un soffice tappeto di chitarra e voce. Tutt'altro è il brano conclusivo, "When the levee breaks", un grandissimo hard blues dai toni imponenti e lugubri che mette in risalto la cupezza di un grande e glorioso disco.
Poi scendo per uscire di nuovo, e trovo l'eremita morto, disteso per terra. Ero profondamente commosso.
Qualche giorno fa, sono andato nel bel cimitero dove è sepolto, e ho posato sopra la tomba il suo "IV". Quel disco è suo. Anzi, quel capolavoro è suo.

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