Spudoratamente esagerata la serie di "Die Hard" io la adoro: incarna lo stereotipo dell'american hero ... Quello che in canotta e senza preavviso prende a calci nel culo i cattivi dall'inizio alla fine. Quello che non molla mai, che ha uno spirito patriottico e del dovere totale (pellicola più repubblicana di questa è difficile trovarla), che quando non c'è una via d'uscita se la crea, che prima di ammazzare il malcapitato di turno ha il tempo per dirgli una battuta ad effetto, che ingurgita le aspirine manco fossero caramelle ed ha una vita incasinata perché lui è un eroe solo per salvare la sua NY e l'America, ma nella banalità della quotidianità soffoca. Insomma il mitico agente John McClane: kick asses!!! Se andate in un cinema per vedere "Die Hard - Vivere o Morire" e non entrate in questa ottica critica siete dei masochisti ed avete appena buttato nel wc 7,50 euro e due ore della vostra vita.

Mi sono diretto al cinematografo sperando che tale saga non venisse rovinata con il quarto capitolo. Sono uscito con un sorriso a 32 denti, soddisfatto. Il nostro John nel nuovo capitolo ha a che fare con degli hacker il cui intento è mandare nel caos gli USA interi, (minando il sistema bancario e dei servizi), per poter prelevare Mld. di dollari. Questa volta McClane fa coppia con un giovine, inesperto e cervellotico hacker con il quale riuscirà a mettere tutto a posto, come al solito.

2 ore di show senza un solo attimo di pausa. I momenti morti sono pari a zero, l'adrenalina poca come tutta la serie perché la fortuna di "Die Hard" consta nel mixare la pura azione (nel senso di intrattenimento per scene spettacolari) con lo humor di dialoghi volutamente esagerati e spacconi fino al midollo. Gli effetti speciali la fanno da padrona in molte scene, veramente assurde, che ti lasciano senza fiato. Ci provano in tutti a modi ad ammazzarlo, ma quando John urla con aria di sfida ad un jet militare "è tutto qui quello che sai fare?" anche il cattivo di turno comincia a tremare. Suv che finiscono in una tromba dell'ascensore, macchine che sparate in aria come proiettili fanno cadere elicotteri, caricatori a fiumi ed autoscontri in tunnel. Niente da fare... è troppo duro. In questo quarto capitolo avrà anche perso i capelli ed addirittura viene preso a calci (poco ovviamente) da una donna, ma alla fine la filosofia è sempre quella: rialzarsi sempre, arrendersi mai.

Sarà un caso ma "Die Hard", a differenza di tutti i film d'azione odierni, è una saga vincente perché manca di menate sentimentali, crisi d'identità del personaggio ed introspezione psicologica che rompono il ritmo (peccato a mio parere mortale per una pellicola d'azione). E invece qui il tempo è vorticoso, senza cali e tutto il film scorre seguendo i clichè del tipico action movie americano, asciugando però tutto ciò che non fa spettacolo o non fa divertire per i dialoghi. Gli attori di contorno sono delle buone spalle, ma l'attenzione è tutta per Willis che aveva promesso che mai più avrebbe vestito i panni di "Die Hard". Fortunatamente ci ha ripensato. Esagerato, assurdo, ironico e pomposo "Die Hard - Vivere o morire" mi ha offerto esattamente quello che volevo: 2 ore di svago dopo una settimana di lavoro. Ottimo davvero il montaggio delle scene.

Note negative: l'assenza della canottiera e delle aspirine e la presenza del nerboruto quanto inutile Edoardo Costa (quello delle soap) in versione maschile "Bellucci Matrix II".

3 stelle e mezzo

Carico i commenti...  con calma