Recentemente notavo come, per qualsiasi regista, si tenda a fare riferimento ai film di maggior richiamo e successo, definendo come opere minori altre realizzazioni che meriterebbero maggior considerazione .

Ad esempio, se nomino una regista italiana di indubbio valore come Liliana Cavani il pensiero corre ad "Il portiere di notte" che tanto scalpore sollevò ai tempi della sua diffusione . Ma una delle sue pellicole precedenti necessita di essere riscoperta, proprio per il forte e sempre attuale messaggio veicolato, ovvero "I cannibali" realizzato nel 1969 e distribuito l'anno successivo dopo la presentazione al festival di Cannes .

Riprendendo il soggetto di "Antigone", dramma di Sofocle, la Cavani ci porta alla contemporaneità (fine anni 60) in un'inedita Milano grigia e plumbea, ove si immagina vigente un regime dispotico come nella Tebe dell'antica Grecia. In particolare, la repressione istituzionalizzata non si fa scrupolo di sopprimere oppositori e dissidenti (accomunati dal fatto di essere giovani e capelloni) lasciandone i cadaveri insepolti per le strade della metropoli con l'esplicito divieto di rimuoverli. Non per nulla, si nota il passaggio di veicoli che innaffiano i corpi delle vittime, al fine di evitare conseguenze negative in termini di sanità pubblica . Il tutto sotto lo sguardo indifferente e vile dei passanti che, eventualmente, si attivano per segnalare qualche anima buona disposta ad infrangere la disposizione governativa a non toccare i cadaveri stesi sull'asfalto .

La protagonista (Antigone interpretata da Britt Ekland) appare scossa da questa situazione allucinante, anche per il fatto che suo fratello, ribelle ucciso dalle forze dell'ordine , giace per la strada . E chissà per quanto tempo così resterebbe se non fosse che, un bel giorno , si palesasse ad Antigone un uomo enigmatico di nome Tiresia (Pierre Clementi autentico freak) che parla una lingua sconosciuta e la cui firma è il disegno stilizzato di un pesce (rimando al messaggio cristiano?) . I due, intendendosi a brevi cenni e gesti, riescono a recuperare il cadavere del fratello di Antigone e a darne degna sepoltura. Non solo : proseguono la loro attività sovversiva recuperando altri cadaveri. Ormai braccati ovunque dalle forze dell'ordine (vengono pure inseguiti per le strade di Milano, mentre se la danno a gambe completamente nudi), non hanno purtroppo scampo. Ma l'inevitabile punizione mediante fucilazione rappresenta un grave autogol per il sistema costituito, poiché non impedirà il diffondersi del verbo e dell'azione rivoluzionarie fra i giovani cittadini .

Per quanto presenti alcuni difetti come una colonna sonora decisamente invadente e scompensi nella sceneggiatura (Tiresia ed Antigone indossano abiti talari entrando in una caserma, dopo essere stati inseguiti nudi per la strada.. ), il film riesce a catalizzare l'attenzione veicolando certi temi fondamentali. E non si tratta solo della vicenda narrata in "Antigone " che proponeva la dialettica fra legge naturale e legge positiva promulgata ed applicata a livello statale. Ad esempio il personaggio di Tiresia, anche per come si presenta fisicamente l'attore Clementi, ha l'aspetto di un Gesù Cristo redivivo, tornato in Terra per giudicare i vivi e i morti. E salta all'occhio come il suo messaggio e la sua conseguente azione restino proprio rivoluzionari e dirompenti nei confronti della società moderna.

Soprattutto, nel dar degna sepoltura ai morti, si ribadisce un principio naturale che il potere costituito calpesta in nome del mantenimento dello status quo, al fine anche di dissuadere qualsiasi dubbio e moto di ribellione. C'è anche una netta contrapposizione fra generazioni tale per cui i fautori dell'ordine sono per lo più persone in età adulta, mentre i dissidenti hanno l'aspetto di giovani che, ai tempi in cui fu realizzata la pellicola, erano liquidati con il termine sprezzante di "capelloni".

Sostanzialmente "I cannibali" è un film di rottura rispetto a certi canoni estetici classici, nel solco di quel cinema innovativo espressione della controcultura giovanile del tempo. Non stupisce quindi, come ricorda la stessa Cavani, che alcune reazioni di pubblico e critica fossero tutto fuorché benevole, tanto che alla prima del film qualche illustre spettatore (per la precisione Franco Zeffirelli, famoso autore di film patinati ed oleografici) inveisse dicendo che "certi registi andrebbero fucilati!" . Ohibò, ma proprio lui si esprimeva in simili termini? Proprio lui che a parole si definiva un sincero e profondo cristiano?

Ma al di là di certe vetuste polemiche, quello che mi colpisce ancora oggi vedendo "I cannibali", rendendolo sempre attuale, è l'efficace rappresentazione di quell'atroce indifferenza manifestata da tante, troppe persone a fronte di lampanti porcherie, come in questo caso la presenza di cadaveri stesi sull'asfalto, che vanno giusto scavalcati senza farci ulteriore caso, anche per non porsi dubbi nei confronti del potere costituito . È la stessa indifferenza che intorpidisce la pubblica opinione, ovvero tutti noi, di fronte all'attuale dramma dei migranti che bussano alle porte di questa parte di mondo apparentemente più abbiente. Come a dire che ne uccide più l'indifferenza che la spada . E allora mi torna in mente quanto cantava Battiato in un brano inciso nel 1988 e dal titolo "Zai Saman" : "Vuoto di senso, crolla l'Occidente, soffochera' per ingordigia e assurda sete di potere e dall'Oriente orde di fanatici" .

P. S. : nell'eventualità di cui sopra, ricordando invece una famosa canzone di Dalla, io mi sto preparando mettendo sacchi di sale alla finestra in attesa dell'anno che verrà..

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