"In Flight" può essere considerato come un "piccolo capolavoro mancato", un sogno a metà da riscoprire e apprezzare nella sua tenera imperfezione.

Lasciati nel 1995 i Four Non Blondes dopo un unico album, l'ottimo "Bigger, Better, Faster, More!", e la famosissima hit "What's Up" che rende la band suo malgrado un classico esempio di "one hit wonder", Linda Perry ritorna l'anno successivo con "In Flight", il suo primo disco solista.

"Non ero una grande fan del mio gruppo" raccontava, facendo riferimento in particolare al loro sound, a suo dire "una str****ta soffice e levigata", e in effetti in questo suo lavoro c'è ben poco, se non nulla, di quel mix accattivante quanto orecchiabile di rock, blues e funky che le aveva dato il successo qualche anno prima.

"In Flight" è un disco sorprendentemente inquieto e introspettivo, caratterizzato da uno stile cantautoriale a tratti forte troppo ambizioso, ma proprio per questo dall'impatto molto diretto e personale, sincero e spietato quanto dolce e morbido.

Con "In my Dreams" ci si trova subito immersi in un cupo quadro autunnale, dove la splendida voce della Perry, graffiante quanto sensibile, sembra dipingere delle speranze destinate a svanire nel nulla. Ogni tanto si intravedono dei barlumi di luce, come nel caso dell'elegante "Fill me Up" e di "Freeway", rispettivamente primo e secondo singolo, ma sono le malinconiche sfumature riflessive delle varie "Uninvited", "Success", "Life in a Bottle", "Too Deep" e "Knock me Out" a caratterizzare la vera anima del disco.

Ci sono anche momenti di apparente spensieratezza in "Taken" e "Fruitloop Daydream", soffocati pero' dalle conclusive "Machine Man" e "In Flight", che scorrono lentamente lasciando all'ascoltatore la sensazione dell'amaro in bocca, sensazione che diventa più forte scoprendo il destino di questo lavoro.

Come si dice a riguardo, "In Flight" è infatti un volo che non è mai decollato.

Non supportato dalla casa discografica, che si aspettava un qualcosa di più commerciale, l'album si rivela un flop di vendite segnando in modo quasi definitivo la carriera dell'artista.

E' vero, ad oggi si può dire che la Perry sia riuscita ad ottenere parecchie soddisfazioni in veste di produttrice e scrittrice per altri cantanti, ma considerando il disco in questione c'è la netta sensazione che potesse dare molto di più alla musica. Un peccato.

Voto: 7+/10

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